Cronaca

Ocean Viking minacciata dalla Guardia Costiera libica con spari

Durante una missione di salvataggio nel Mediterraneo, l’equipaggio dell’Ocean Viking è stato minacciato dalla Guardia Costiera libica. Le minacce sono arrivate sotto forma di raffiche di armi da fuoco sparate in aria e hanno costretto la nave umanitaria di Sos Mediterranée ad allontanarsi da un gommone in difficoltà.

Ocean Viking minacciata dalla Guardia Costiera libica con spari

Nelle acque del Mediterraneo centrale, l’equipaggio della nave umanitaria Ocean Viking, operata dall’organizzazione non governativa Sos Mediterranée, è stato minacciato con armi da fuoco dalla Guardia Costiera libica. La situazione è stata registrata in un video diffuso dalla stessa Ocean Viking, nel quale si sentono distintamente diversi spari probabilmente sparati in aria, ma vicinissimi alla nave umanitaria.

La capomissione Luisa Albera ha cercato di comunicare con la Guardia Costiera libica attraverso la radio, ma non ha ottenuto alcuna risposta. La motovedetta libica ha puntato dritto contro la fiancata della Ocean Viking, per poi virare rapidamente a una distanza di sicurezza ampiamente superata, mentre la sirena suonava insistentemente.

La situazione è diventata critica quando la nave umanitaria si stava avvicinando a un gommone con ottanta persone in pericolo segnalato nelle ore precedenti da Alarm Phone. La Guardia Costiera libica si è presentata improvvisamente in zona a bordo di una motovedetta, il pattugliatore 656, donato dall’Italia ai libici, e ha costretto l’equipaggio della Ocean Viking ad allontanarsi dall’area.

L’episodio ha suscitato forte preoccupazione da parte di Sos Mediterranée, che ha denunciato la minaccia subita dall’equipaggio e la deportazione di almeno ottanta persone in Libia. Le immagini registrate dalla Sea Bird, l’elicottero utilizzato dalla Ocean Viking per monitorare l’area dall’alto, hanno mostrato persone che si gettavano in acqua mentre la Guardia Costiera libica intercettava il gommone.

L’incidente ha messo in evidenza la complessità delle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale, dove le organizzazioni umanitarie sono spesso costrette a confrontarsi con le autorità libiche, accusate di violare i diritti umani dei migranti e dei rifugiati respinti verso la Libia.

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