Cronaca

Filippo Ferlazzo, un Tso come precedenti | Violenze, furti e scatti d’ira: l’assassino di Alika era fuori controllo

La madre che l’aveva denunciato: «Non credevo che mio figlio potesse uccidere»

C’è un precedente di Tso ai danni di Filippo Ferlazzo, l’uomo accusato dell’omicidio di Alika Ogorchukwu a Civitanova Marche. La madre che l’aveva denunciato: «Non credevo che mio figlio potesse uccidere». Violenze, furti e scatti d’ira: il killer era fuori controllo. Scatta quindi la polemica del perché nessuno lo ha sorvegliato.

Omicidio Civitanova Marche, un precedente di Tso per Filippo Ferlazzo

C’erano già precedenti per il killer che ha ucciso il nigeriano Alika Ogorchukwu a mani nude. L’ultimo Tso è quello che venne applicato a Salerno, dopo la denuncia della madre Ursula Loprete: la donna aveva denunciato il figlio per minacce.

Ferlazzo era diventato violento, una condizione che l’Italia ha conosciuto dalla cruenta aggressione del nigeriano a mani nude fino a ucciderlo a sangue freddo.

Chi è Filippo Ferlazzo

Filippo, nome d’arte “Artista Figò”, aveva problemi di tossicodipendenza, soffre di disturbo borderline della personalità e ha precedenti di furto. Un quadro peggiorato da un omicidio commesso in queste ore. E ora fa scoppiare un’altra polemica del perché nessuno lo ha sorvegliato.

La denuncia

La mamma aveva denunciato il figlio nei primi mesi del 2021: l’aveva minacciata e lei per paura che le potesse far del male si era recata in caserma. Il figlio non riusciva più a controllarsi e temeva per la sua vita. Da lì scatta l’indagine che evidenza i problemi del ragazzo, con abitudini legati a droga e scarsa voglia di curarsi che non aiutavano affatto. Viene disposto il Tso, ma non sarebbe l’unico, poi Filippo esce. Dice alle forze dell’ordine che non ha un posto in cui stare. Mamma Ursula si fida quando lui le dice che sta meglio, lo riaccoglie in casa.

Con lei smette di essere violento ma gli atteggiamenti aggressivi non sono mai terminati. Accetta di ricoverarsi in un centro per tossicodipendenti e disturbi psichiatrici. Esce ed è tutto come prima. Viene affidato agli assistenti sociali, fa lavori socialmente utili. Poi dice di volersi allontanare da Salerno: “Prima o poi ammazza qualcuno”, dice ancora chi lo conosce e purtroppo è successo davvero.

Le parole della mamma

Le parole della mamma sono intrise di dolore, un dolore che per tanto tempo era stato un segno di speranza per un figlio che voleva cambiasse: “Non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto – dice – Non ho parole, mi dispiace tanto per quella famiglia e sono preoccupata per mio figlio”.

Omicidio a Civitanova Marche | IL VIDEO

Stando a quanto emerso finora dalle indagini, Ferlazzo ha colpito più volte la vittima con una stampella che quest’ultimo, usava per camminare dopo un incidente avvenuto lo scorso anno. L’uomo di 39 anni era stato investito da un ubriaco mentre si trovava in bici.

Quando è caduto a terra, il 32enne salernitano gli è salito sopra tenendogli la testa schiacciata per terra. Il salernitano è stato successivamente arrestato per omicidio e rapina, perché ha anche rubato il cellulare dell’ambulante prima di allontanarsi. L’aggressione è durata circa 4 minuti. Lo si evince dai video delle telecamere di sorveglianza della zona dove è avvenuto l’omicidio, in pieno centro a Civitanova.

I soccorsi

Sul luogo sono intervenuti i sanitari del 118 che non hanno potuto fare altro che accertare il decesso del nigeriano. Presenti anche gli agenti della Squadra mobile che hanno fermato il 32enne

Chi è la vittima

La vittima si chiamava Alika Ogorchukwu, un ambulante 39enne nigeriano.Secondo le prime informazioni, quest’ultimo lo avrebbe colpito con una stampella. All’episodio hanno assistito diverse persone, dato che è avvenuto lungo il corso principale di Civitanova Marche. Gli agenti della Squadra Mobile stanno sentendo in queste ore vari testimoni.

Secondo alcuni negozianti, l’ambulante era una presenza abituale in quella zona e sarebbe stata sua la stampella usata per colpirlo. Ogorchukwu abitava a San Severino ma spesso si spostava a Civitanova per raccogliere qualche soldo in più. La polizia acquisirà i video dei sistemi di sicurezza, ma ci sono anche vari video girati con i telefonini dai passanti che dovrebbero permettere una ricostruzione precisa della dinamica.


 

Omicidio Civitanova Marche chi è Filippo Ferlazzo
La vittima

Chi è il salernitano Federico Ferlazzo

Filippo Ferlazzo, operaio di origine campana, vive a Civitanova Marche da diverso tempo. Ha diversi precedenti penali. Nelle prossime ore dovrebbe essere trasferito nel carcere di Montacuto, mentre gli inquirenti sono al lavoro per fare chiarezza su quanto successo. Gli agenti hanno trasportato la salma della vittima all’obitorio dell’ospedale di Civitanova Alta e si attendono i risultati dell’autopsia per fare ulteriore luce sulla vicenda.

Parla l’avvocato della vittima

Francesco Mantella, avvocato della vittima, all’Ansa ha detto: “Ero al telefono con una persona, che mi stava dicendo che un uomo di colore era stato appena ucciso a bastonate e che aveva una stampella. Ho collegato subito la descrizione ad Alika e purtroppo ho avuto conferma che era lui. Non era una persona molesta, era buono, non cercava mai guai. Dopo l’incidente che aveva avuto aveva preso anche dei soldi dall’assicurazione ed economicamente non stava male. Ancora si arrangiava a fare il venditore ambulante ed era conosciuto da molti. Aspettava l’inizio del processo al suo investitore, si sarebbe costituito parte civile”.

Le scuse del salernitano

Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, il killer 32enne salernitano, avrebbero però chiesto scusa dell’ingiustificata aggressione. “Chiedo scusa alla famiglia della vittima”, queste le parole affidate ai legali del salernitano.

Tra lui e il nigeriano sarebbe avvenuta una lite in strada per un’”insistente richiesta di elemosina e avrebbe anche trattenuto per il braccio la mia fidanzata”. Quindi alla base, secondo il racconto del killer, non ci sarebbero motivi legati al razzismo. Anche se a Civitanova si è tenuta una manifestazione della comunità nigeriana con la partecipazione della moglie della vittima e i figli. I manifestanti hanno occupato un angolo della strada. Molti hanno urlato insulti contro gli italiani, arrabbiati per chi non ha aiutato la vittima riprendendo la scena con i telefonini. Questo ha però scatenato la protesta dei commercianti.

 

Fiori e biglietti lasciati sul luogo dell’omicidio

Sono stati lasciati fiori e biglietti sul luogo dell’omicidio, con una foto della vittima. Si intravede una scritta “Stop racism”, tutti i segni della stanchezza delle persone e dell’ennesima traccia di sangue marchiata da futili motivi. Accanto viene riposta una lettera dedicata alla vittima: “Mi vergogno di chi ti ha fatto questo levandoti la vita. Per chi ti ha filmato mentre venivi massacrato. Che la terra ti sia lieve e che la giustizia dia pene a chi massacra un povero essere umano in modo indegno”.

 

Una lettera che richiama un po’ l’atteggiamento assunto da chi ha filmato o chi era presente ma non ha intervenuto. Anche quelle persone hanno contribuito alla sue morte. L’uomo, sposato e con figli, vivrà nel ricordo di quanti lo conoscevano e lo amavano e, probabilmente, il tormento di chi non lo ha aiutato. Questo il tenore delle scritte riposte nel luogo dove ieri ha perso la vita il 39enne, in modo cruento in mezzo alla folla che non lo ha aiutato a salvarsi.

L’appello della moglie

“Prendi una brioche”, è una delle ultime cose che Charity Oriachi ha potuto dire a suo marito Alika Ogorchukwu prima che venisse ucciso brutalmente. La donna lo racconta proprio oggi, nel corso della protesta. L’ultimo gesto d’amore: comprare la colazione a suo marito ed assicurarsi che la mangiasse. Una coppia che si amava ma che da un momento all’altro avrebbe dovuto, per forze di cose, separarsi e lasciarsi la mano.

In lacrime dichiara di voler giustizia e lancia un appello: “Italia non lasciarmi da sola”. La donna lavora come addetta alle vendite mentre Ogorchukwu era un venditore ambulante di accendini e fazzoletti. Quella mattina si erano salutati alla stazione di San Severino Marche prima che l’uomo partisse per la costa. Nessuno di entrambi sapeva che sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbero visti.

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