
12 gennaio 1988: la mafia uccide Giuseppe Insalaco, ex sindaco della città di Palermo
12 gennaio 1988: mentre si trovava imbottigliato nel traffico con la sua automobile, fu avvicinato da due ragazzi su una vespa che spararono. Questa fu la fine di Giuseppe Insalaco
Nel 1988 il “Sindaco dei Cento Giorni”, Giuseppe Insalaco, fu assassinato a colpi di pistola mentre si trovava in auto. In conseguenza di ciò è stato dichiarato “Vittima della Mafia”. Dopo la sua morte fu trovato un memoriale in cui Insalaco accusava diversi esponenti della DC palermitana, e il sistema di gestione degli appalti e del potere cittadino.
1988, viene assassinato dalla mafia l’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco
Il 12 gennaio 1988 a Palermo venne ucciso Giuseppe Insalaco da numerosi colpi di pistola mentre si trovava in macchina, sotto la sua abitazione.
Fatti antecedenti
Giuseppe Insalaco era divenuto sindaco di Palermo per soli 3 mesi: dall’aprile al luglio 1984. Poi, rimase sempre più solo: continuava infatti a denunciare le indebite ingerenze di Cosa Nostra nella vita politica cittadina.
Il 3 ottobre del 1984, fu ascoltato dalla commissione antimafia: precisò di non essere un democristiano pentito ma di avere il dovere di parlare «dei perversi giochi che mi hanno costretto alle dimissioni dopo appena tre mesi».
Le denunce e le dichiarazioni
Aveva denunciato a più riprese le collusioni tra politica e mafia. Fu ascoltato dalla commissione antimafia il 3 ottobre 1984 insieme all’allora sindaco in carica Nello Martellucci sulle ingerenze della mafia nella politica palermitana.
Iniziò dicendo: «Non sono un democristiano pentito, ma sono venuto qui per dire quello che penso della DC palermitana, degli affari, dei grandi appalti, di Ciancimino, dei perversi giochi che mi hanno costretto alle dimissioni dopo appena tre mesi».
Denunciò dunque le pressioni subite da Vito Ciancimino e dal suo entourage, che indicò come i gestori dei grandi appalti al comune di Palermo per conto della mafia, aggiungendo anche: «Mi facevano trovare ogni mattina i mandati di pagamento sulla scrivania, confusi insieme alla posta ordinaria. Speravano che non me ne accorgessi, che firmassi quelle delibere insieme alle ricevute. Ogni delibera valeva decine di miliardi».
La morte
Due settimane dopo aver fatto queste dichiarazioni, l’automobile di Insalaco fu bruciata davanti alla sua abitazione. Fu assassinato a colpi di pistola in macchina il 12 gennaio 1988. In conseguenza di ciò è stato dichiarato Vittima della Mafia. Dopo la sua morte fu trovato un memoriale in cui Insalaco accusava diversi esponenti della DC palermitana, e il sistema di gestione degli appalti e del potere cittadino.
Il 17 dicembre 2001 sono stati confermati in Cassazione gli ergastoli per Domenico Ganci e Domenico Guglielmini, riconosciuti responsabili dell’omicidio di Giuseppe Insalaco.
Processi ed denunce postume
Dopo la sua morte fu trovato un memoriale in cui Insalaco accusava diversi esponenti della DC palermitana e il sistema di gestione degli appalti e del potere cittadino. Il 17 dicembre 2001 sono stati confermati in Cassazione gli ergastoli per Domenico Ganci e Domenico Guglielmini, riconosciuti responsabili dell’omicidio di Giuseppe Insalaco.

Chi conobbe Insalaco parla di un uomo retto, che non era capace di tacere di fronte alle ingiustizie. Schierarsi contro il malaffare può costare caro. E ad Insalaco costò la vita.