Cronaca

Omicidio Loris, Veronica Panarello condannata per aver calunniato il suocero

La donna, in carcere da sette anni per aver ucciso il figlioletto, dovrà scontarne altri due

Nuova condanna per Veronica Panarello, già in carcere per l’omicidio del figlio Loris Stival, trovato morto a Santa Croce Camerina il 29 novembre 2014. Il Tribunale di Ragusa ha condannato la donna ad altri due anni di reclusione per le calunnie nei confronti del suocero Andrea Stival.

Omicidio Loris Stival: nuova condanna per Veronica Panarello

Veronica Panarello aveva raccontato di essere l’amante del suocero, che il bambino avrebbe scoperto la tresca e voleva raccontarne al padre. Per questo, a suo dire, Andrea Stival lo avrebbe ucciso. Poi entrambi avrebbero trasportato il corpo fino al canalone.

Le affermazioni della donna, ritenute non veritiere e calunniose, le sono costate la condanna a due anni di reclusione. Il processo per l’omicidio, già concluso in Cassazione con la condanna definitiva a 30 anni, ha infatti accertato che solo la Panarello si trovava in casa al momento del delitto e che solo lei avrebbe caricato il corpicino in auto (che aveva parcheggiato in garage, contrariamente alle sue abitudini, anche se per una breve sosta a casa) abbandonandolo poi nel canalone, dove venne ritrovato intorno alle 17.

Risarcimento

La 33enne è stata anche condannata al risarcimento danni di 24mila euro nei confronti del suocero e al pagamento delle spese processuali. il legale di Andrea Stival ha parlato di “danno inquantificabile perché ha leso l’onorabilità” del suo assistito. La donna, attualmente detenuta nel carcere di Torino, era collegata in videoconferenza da Novara. Stival, invece, era presente in aula.

A ottobre il processo per minacce

Il 15 ottobre, a Catania, si celebrerà quello per le minacce nei confronti del suocero. Dopo la condanna in appello la donna, a stento trattenuta dagli agenti di polizia penitenziaria, tentò infatti di scagliarsi contro Andrea Stival, minacciandolo: “Sei contento? Sai cosa ti dico? Prega Dio che ti trovo morto perché altrimenti ti ammazzo con le mie mani quando esco“. “Non abbiamo ancora deciso se costituirci o meno in questo processo. Per noi era importante il procedimento odierno che ha messo la parola fine a tutte le dicerie e le infamie di questi anni“, ha dichiarato l’avvocato di Stival.

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