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Omicron 2, aumentano i casi di reinfezione: la situazione

La variante Omicron del Covid, come evidenziato risulta ormai prevalente in Italia. Numerosi anche i casi di reinfezione. Cosa sappiamo al riguardo

La variante Omicron del Covid, come evidenziato dall’ultimo report diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità, risulta ormai prevalente in Italia con una progressiva diffusione della sottovariante conosciuta come Omicron 2 e dei casi di reinfezione.

Variante Omicron 2 e reinfezione: cosa sappiamo al riguardo

Al 7 marzo 2022, stando ai risultati dell’indagine, la prevalenza della variante Omicron è stata stimata al 99,9% sul territorio nazionale. La sottovariante BA.2 (Omicron 2), pari al 44, 07%, è stata riscontrata nella quasi totalità delle Regioni e Province autonome. “Per i dati finora riportati non si evidenzia una differenza nella gravità della malattia associata ai due sottolignaggi. Nell’attuale scenario è necessario continuare a monitorare con grande attenzione la diffusione delle varianti virali” – si legge nel report.

Nello specifico sulla variante Omicron 2 gli studiosi avevano già messo in evidenza la maggior trasmissibilità. La sua diffusione sta interessando non soltanto l’Italia ma diversi Paesi del mondo ma la vaccinazione con terza dose sembra in grado di prevenire efficacemente sintomi e ricoveri.

In un messaggio video trasmesso in occasione del meeting ‘Highlights in Immunology’, promosso dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il virologo statunitense Anthony Fauci ha spiegato: “La sottovariante Omicron BA.2 sta assumendo un maggiore grado di dominanza a livello globale che ormai arriva al 60%”.

Quanto al rischio di reinfezione per i soggetti che hanno già contratto il virus ha sottolineato: “BA.2 non è più severa di BA.1. L’infezione da BA.1 protegge molto bene dall’infezione BA.2. Entrambe, però, eludono la protezione del vaccino se non si è fatto il booster”.

In altre parole chi è già risultato positivo alla variante Omicron risulterebbe poco esposto al contagio con la BA.2. La situazione, invece, è diversa per coloro che hanno contratto il Covid più di sei mesi fa o lo scorso anno, periodo in cui circolavano maggiormente le varianti Delta e Alpha. In questo caso, infatti, il rischio di reinfettarsi nuovamente, stavolta con Omicron 2, è maggiore.

Ancora l’Iss ha messo in evidenza un aumento del rischio di reinfezione in alcuni soggetti: le persone che hanno avuto la prima diagnosi di Covid più di 210 giorni fa (oltre 7 mesi), i non vaccinati e i vaccinati con una sola dose da più di 4 mesi. In più risultano essere maggiormente colpite le donne, per la maggior presenza in ambito scolastico a ambito familiare, e le fasce giovanili, per comportamenti ed esposizioni più a rischio.


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