Cronaca

“Se non vinciamo ci ammazziamo”, infermiera 67enne condannata per l’omicidio della figlia

La donna è stata condannata a 3 anni con il rito abbreviato per omicidio del consenziente, la figlia che glielo chiedeva

Aveva affidato la sua vita e quella di sua figlia ad un gratta e vinci, risultato perdente. Così Anna Cipresso, 67 anni, ex infermiera dell’ospedale Civico di Palermo, aveva ucciso la figlia Elisabetta con un mix di farmaci e tentato poi di suicidarsi con lo stesso metodo.

Uccise la figlia dopo un gratta e vinci perdente: condannata a 3 anni

Come riportato da PalermoToday, la donna è stata condannata a 3 anni con il rito abbreviato per omicidio del consenziente (che prevede pene da 6 a 15 anni), ovvero per aver ammazzato la figlia che glielo chiedeva.

Il gup Giuliano Castiglia ha accolto in buona parte le tesi della difesa dell’imputata, rappresentata dall’avvocato Antonio Cacioppo, ed ha pure riconosciuto alla donna la parziale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Il sostituto procuratore Renza Cescon aveva chiesto invece una condanna a 6 anni di carcere.

La vicenda

Il corpo senza vita di Elisabetta Cipresso venne ritrovato in una stanza dell’Hotel Archirafi di via Lincoln a Palermo. La madre, sporca di sangue, avrebbe chiesto aiuto al personale dell’albergo.

L’imputata venne fermata e poi rilasciata e fu proprio lei a raccontare agli inquirenti della disperazione in cui era sprofondata in quel periodo assieme alla vittima. Madre e figlia avevano peraltro già tentato il suicidio in passato, minacciando di dare fuoco all’abitazione dalla quale erano state sfrattate in via Ughetti.

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