Cronaca

Grembiuli sì o no? Una scuola di Palermo organizza un referendum: la decisione spetta ai bambini

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Una scuola di Palermo ha organizzato un referendum per far votare tutti gli studenti sull’obbligo di indossare (o meno) il grembiule scolastico. Dopo la richiesta di due classi di quarta elementare, un istituto comprensivo di Palermo darà a tutti gli studenti la possibilità di votare sull’abolizione dell’obbligo di indossare l’uniforme scolastica per l’intera giornata. Secondo la preside, questa è la migliore opportunità per insegnare ai più giovani il funzionamento della democrazia.

Palermo, grembiule a scuola: si deciderà con un referendum

Presso l’istituto comprensivo Rita Borsellino della Kalsa, situato nel cuore di Palermo, la voce dei bambini ha un peso tale da poter persino cambiare una regola che esiste da un secolo. Un gruppo di alunni di quarta elementare ha infatti chiesto alla dirigenza di rivedere l’obbligo di indossare il grembiule per l’intera giornata scolastica.

Questa iniziativa rappresenta un autentico esempio di democrazia partecipativa e ha fornito alla preside e agli insegnanti l’opportunità di insegnare agli studenti l’importanza di essere attivi nella vita sociale. La dirigente scolastica ha così deciso di organizzare una votazione, consentendo a tutti gli alunni di esprimere la propria opinione su una questione di rilevanza: il grembiule deve rimanere obbligatorio o meno?

Un’iniziativa promossa dai bambini

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, tutto è iniziato con una lettera scritta da due classi quarte in una giornata insolitamente calda per la stagione. Stanchi e sudati, i bambini hanno manifestato il loro disagio riguardo al grembiule, considerandolo troppo stretto e poco pratico. Oltre alle questioni di comodità, i piccoli “rivoluzionari” hanno sollevato anche una questione di principio: se la scuola insegna che ogni individuo è unico e libero di esprimere la propria individualità, perché i bambini devono essere costretti all’uniformità? Da qui è nata la proposta degli alunni: abolire l’obbligo del grembiule in classe e limitarne l’uso solo a momenti specifici, come il pranzo mensa, le lezioni di arte o le attività all’aperto.

Un referendum autentico

Di fronte a tanta determinazione e impegno civico, la dirigente scolastica dell’istituto, Lucia Sorce, da sempre sostenitrice della partecipazione attiva degli studenti, ha accolto con interesse la richiesta. Sorce ha considerato la proposta legittima, ma ha anche sottolineato che una decisione di questo tipo non poteva essere presa solo da cinquanta alunni. Per garantire un processo democratico e offrire ai ragazzi una preziosa lezione sul funzionamento di una società civile, la preside ha deciso di indire un vero e proprio referendum, coinvolgendo tutti i 400 studenti della scuola, compresi i più piccoli.

L’entusiasmo è stato immediato: i bambini si sono messi subito al lavoro per organizzare il voto, creando urne di cartone e preparando schede elettorali complete di immagini, in modo che anche i più piccoli, come quelli di prima elementare, potessero riconoscere facilmente la loro opzione preferita, anche senza una grande familiarità con le lettere.

La preside ha spiegato loro che il regolamento della scuola è paragonabile alla Costituzione e che, per modificarlo, era necessario seguire un processo specifico. Così, gli alunni hanno appreso come si cambia una legge e hanno vissuto un’esperienza diretta di democrazia partecipata. “I processi partecipativi sono complessi, ma si impara molto nel tentativo di trovare compromessi tra diverse espressioni”, ha dichiarato Sorce ai giornalisti di Repubblica.

La sperimentazione in attesa del referendum

In attesa del risultato del referendum, gli studenti delle due classi quarte hanno già avviato un progetto sperimentale: il grembiule viene riposto nello zaino e indossato solo durante le occasioni indicate nella loro lettera. Si tratta di un test volto a valutare l’efficacia e la praticabilità della proposta.

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