Cronaca

Caso Zaki, legale: “Niente notifica udienza, ma rischia altri 45 giorni”

Ieri l’udienza e il rinnovo della custodia cautelare per il Patrick Zaki nel carcere egiziano di Torah da 18 mesi

Per lentezze burocratiche non sarà possibile sapere per quanti giorni è stata rinnovata la custodia cautelare in carcere per lo studente egiziano attivista per i diritti umani e iscritto all’università di Bologna. Lo fa sapere una sua legale, Hoda Nasrallah, al telefono con l’Ansa rispondendo alla domanda se stamattina si fosse recata in procura per ricevere la notifica dell’esito dell’udienza di ieri voltasi ieri. Il rischio, sebbene non ci sia ancora la notifica è che Patrick Zaky passi altri 45 giorni di reclusione.

Patrick Zaki, legale: “Niente notifica ma rischia 45 giorni”

La sua legale ha anche spiegato le lentezze burocratiche per la mancata notifica ” i cancellieri non sono sempre lì a comunicare la decisione”, e dato “che non viene rilasciato vuol dire che è la solita routine: ci si aspetta 45 giorni”. Hoda Nasrallah, ha aggiunto precisando però di “non essere stata informata formalmente”.

Già ieri sera, dopo l’udienza, la legale aveva previsto che la carcerazione cautelare del trentenne sarebbe stata rinnovata ma, in assenza di un’ufficializzazione, non aveva potuto indicare il numero di giorni. La notifica si era attesa tra oggi e domani.

I rinvii e il rischio del processo

Dopo una prima fase di 5 mesi di rinnovi quindicinali ritardati dall’emergenza Covid, da oltre un anno il caso di Patrick è in quella dei prolungamenti di 45 giorni.Il ricercatore fu arrestato il 7 febbraio 2020, più di 18 mesi fa, ma la custodia cautelare in Egitto può durare due anni con possibilità di prolungamenti se, durante le indagini, emergono nuovi elementi d’accusa.

Se si andrà a processo, secondo Amnesty International Patrick rischia fino a 25 anni di carcere. Le accuse a suo carico sono basate su 10 post di un account Facebook che i suoi legali considerano fake ma che hanno configurato fra l’altro la “diffusione di notizie false”, “l’incitamento alla protesta” e “l’istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”.

La cittadinanza italiana

La mobilitazione della politica e della società civile in suo favore in Italia è culminata istituzionalmente in una richiesta della Camera dei Deputati al Governo di fornirgli la cittadinanza italiana.

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