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Pensioni, aumenti per l’adeguamento al costo della vita: a chi spettano e a quanto ammontano

Pensioni, aumenti per il costo della vita: ecco a chi spetta. Da gennaio molti pensionati hanno trovato circa 30 euro in più

Nuovi aumenti per le pensioni per adeguarle al costo della vita, il cui costo è salito come indicato dall’Istat. Da gennaio, molti pensionati hanno trovato circa 30 euro in più. Un meccanismo automatico (si chiama perequazione). La rivalutazione, infatti, avviene in base ad una percentuale e quindi la cifra varia a seconda dell’importo della pensione già percepita.

Pensioni, aumenti per il costo della vita: a chi spetta

A tutti le pensioni erogate dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive. Si applica alle pensioni dirette (vecchiaia, anticipata, ecc) e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.

L’aliquota

Il decreto ministeriale del 17 novembre 2021 ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è pari a 1,7% dal 1° gennaio 2022. I trattamenti pensionistici non saranno aumentati tutti allo stesso modo. La rivalutazione dipenderà dalle fasce di reddito:

  • 100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (fino a 2.062 euro lordi);
  • 90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (tra 2.062 e 2.577);
  • 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.

Gli aumenti

Quindi i pensionati che fino al cedolino di dicembre hanno ricevuto una pensione di importo mensile fino a 2.062 euro lordi avranno la rivalutazione massima, 1,7%. Che in soldoni, ad esempio, si traduce in 17 euro per chi aveva una pensione di mille euro, 25 euro per pensioni di 1.500 euro e 34 euro per quelle di duemila euro.

L’aliquota per le pensioni mensili con importi compresi tra 2.062 e 2.577 euro è invece dell’1,53%. Un assegno che finora era di 2.500 euro lordi al mese, ad esempio, avrà un aumento di 38 euro.

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