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Perché giugno è il mese del Pride e come si celebra quest’anno

Giugno è il mese del Pride. Il ciclo di celebrazioni in Italia avrebbe dovuto quest'anno prendere il via il 30 maggio a Piacenza, ma il Covid ha cambiato i programmi

Giugno è il mese del Pride. Il ciclo di celebrazioni in Italia avrebbe dovuto quest’anno prendere il via il 30 maggio a Piacenza come apripista degli eventi: marce e parate che dovevano culminare il nella Giornata mondiale del Pride, il 28 giugno. Tuttavia nel pieno dell’epidemia coronavirus, coi suoi divieti di assembramento, nelle scorse settimane gli appuntamenti, anche negli altri Paesi, sono stati via via cancellati. In alternativa, si terrà un Global Pride in streaming il prossimo 27 giugno.

Giugno è il mese del Pride

Il Pride trova la sua origine nei moti di Stonewall nel 1969. Lo ‘Stonewall Inn’ è un pub gay nel Greenwich Village di New York. Nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969, la polizia fece una brusca irruzione all’interno del locale, nel corso della quale vennero identificati i presenti, annotando le loro generalità. Gli agenti si accanirono per infrazioni al «buon costume», eseguendo arresti per «atti osceni» o «indecenza». Accadde però qualcosa mia avvenuto prima: in quell’occasione, i frequentatori si ribellarono. Si accese così un’accesa rissa. I più vennero arrestati ma gli agenti non riuscirono a portarli al commissariato. A fermarli, fuori dal locale, una barriera umana di quasi 2000 persone. Ne scaturirono altri tafferugli che costrinsero i poliziotti a ripiegare dentro lo Stonewall. Una sommossa vera e propria al termine della quale il bilancio fu di 13 arresti, 4 poliziotti feriti ed un numero imprecisato di manifestanti feriti.

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Il Pride: dall’America all’Italia

La notte di Stonewall passerà alla storia come il momento della nascita del movimento di liberazione gay. A un anno dalla rivolta, si indisse a New York una commemorazione dei moti di Stonewall. Il GLF organizzò una marcia dal Greenwich Village al Central Park, cui parteciparono tra le 5.000 e le 10.000 persone: nasceva il Gay Pride. Nel 1972, in Italia ebbe luogo la prima manifestazione, a Sanremo. Attivismo e manifestazioni proseguirono negli anni finché a Roma nel 1994 si tenne il primo Gay Pride nazionale ufficiale.

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Il senso del Pride

Alcuni si chiedono se abbia ancora senso parlare Pride, soprattutto in Paesi in cui teoricamente sono stati riconosciuti pari diritti a tutti, a prescindere dal loro orientamento sessuale. Ma è bene ricordare che tali conquiste arrivano a seguito di anni di coraggiose battaglie, che finalmente trovano una comunità sempre più numerosa pronta a celebrare con orgoglio ogni passo in avanti. E poi, non si scende in piazza solo per sé: in molte parti del mondo le persone LGBT vengono ancora punite, torturate ed allontanate dalle loro comunità. Lo scopo dei Pride è dunque anche quello di unire le persone nella lotta per i diritti, coinvolgendo tutti.

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Il Pride non è visibilità ma coraggio

“Il Pride è una carnevalata”, “Esiste un Etero Pride?”. Quando si accusano le persone omosessuali di mettersi in mostra durante il Pride, o peggio, di mettersi in imbarazzo, bisognerebbe sempre tener a mente che le persone eterosessuali mettono in mostra la loro eterosessualità ogni giorno, in ogni parte del mondo, senza mai sentirsi minacciati per il loro orientamento sessuale. L’eterosessualità è la norma su cui tutto il resto si misura, ecco perché non esiste (e per fortuna!) l’Etero Pride. Guardare chi celebra il Pride, manifestare insieme alla comunità LGBT, significa che tutti possono esser liberi di essere quel che si è.

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