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Il 21 gennaio del 1941 nasce Placido Domingo: leggendario tenore spagnolo

Il nome di Placido Domingo è legato a una delle pagine più celebri e intense della lirica mondiale. Percorriamo le sue gesta

Placido Domingo è un famoso direttore d’orchestra spagnolo. Noto anche per il suo ruolo di baritono, questo artista è uno dei personaggi più importanti del tenore lirico.

Placido Domingo, tutto quello che c’è da sapere sul leggendario tenore spagnolo

Nnato a Madrid il 21 gennaio del 1941, José Plácido Domingo Embil (noto semplicemente come Plácido Domingo) è uno dei più apprezzati tenori esistenti al mondo.


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Dopo aver studiato pianoforte, direzione d’orchestra e composizione in Messico, fra il 1956 e il 1959 canta e dirige “zarzuelas” (ossia il tipico genere di teatro spagnolo, in parte cantato e in parte parlato, in questo affine al Singspiel tedesco e all’opera comica francese, caratterizzato da melodie spontanee e argomenti buffi o divertenti), e operette, interpretando sia ruoli di tenore che di baritono (ad esempio Danilo e Coutançon nella “Vedova allegra”).

Inizi

Il vero e proprio esordio operistico avvenne a Monterrey come Alfredo in “La traviata” e a Dallas nel 1961 con “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, imponendosi in breve come uno dei migliori tenori lirici del suo tempo. In seguito, passò due anni all’opera nazionale di Israele, dove ha avuto modo di interpretare dodici ruoli differenti in più di 280 esecuzioni operistiche.


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Mano a mano che la sua carriera prendeva una sostanza sempre più importante, si delineava di conseguenza anche il suo repertorio, uno dei più vasti ed eclettici che si siano potuti constatare nell’intero arco del Novecento, comprendente nel suo nucleo fondamentale, tutti gli imprescindibili capolavori ottocenteschi siano essi francesi, italiani e tedeschi.

L’ampio ventaglio degli approcci linguistici che ciò comporta non ha spaventato più di tanto il grande tenore, dotato invero di una pronuncia e di una conoscenza della lingua, in tutti gli idiomi sopra elencati, non meno che impressionante (e basterebbe sentirlo cantare GounodWagner o Rossini per rendersene conto).

Nel mondo

Placido Domingo, infatti, è senz’altro uno dei rappresentanti più colti e consapevoli della stirpe tenorile, grazie alla sua vasta preparazione (non solo musicale) e della sua fenomenale capacità di apprendimento fenomenale (a sentirlo parlare italiano, tanto per fare un esempio, si rimane stupiti che sia di un’altra nazione). Egli ha sempre operato scelte oculate e di alto livello, anche quando si è trattato di scendere su terreni più propriamente “popolari”.


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Accanto alle celebri esibizioni con i “Tre Tenori” (gli altri due sono Josè Carreras e Luciano Pavarotti), in cui viene proposto un repertorio di accattivante e di facile presa, non bisogna dimenticare che il tenore spagnolo è anche un grande interprete di Wagner (“Lohengrin” a Vienna e Amburgo, “Parsifal” al MET di New York), di cui ha inciso, fra l’altro, una pregevole edizione del “Tannhauser” sotto al direzione del compianto Giuseppe Sinopoli.

Anni Cinquanta e Sessanta



Nel 1959, a Città del Messico, canta Alfredo (“Traviata”) e Cavaradossi, (“Tosca”) nel 1961. Quindi, si accosta ai ruoli di Rodolfo (“Bohème”), Edgardo (“Lucia di Lammermoor”). A Tel Aviv (fra il dicembre 1962 e il giugno 1965) interpreta, spesso in ebraico, ruoli diversissimi tra loro: da Sansone (Saint-Saëns) a Nadir (“Pescatori di perle” di Bizet). Al New York City Opera, nel 1965, canta Pinkerton (“Madama Butterfly”) e sempre nello stresso teatro, nel 1966, partecipa alla prima rappresentazione, negli USA di “Don Rodrigo” di Ginastera. Nel 1968, al Met,. debutta in “Adriana Lecouvreur” di Cilea. A Verona nel 1969 interpreta Don Carlo. Nel 1969 alla Scala di Milano, canta in Ernani e alla Scala canterà regolarmente.

Anni Settanta

Ricapitolando le date fondamentali della sua attività, troviamo che nel 1971 ha cantato al Covent Garden di Londra e poi in tutti i maggiori teatri del mondo. Nel 1974 a Parigi (“Vespri siciliani”), a New York (“Roméo et Juliette”), a Torino (“Fanciulla del West”). Nel 1975 debutta a Salisburgo (“Don Carlo” con la direzione di Karajan). Quindi, debutta in “Otello” ad Amburgo. È il primo protagonista di due opere a lui dedicate: “El poeta” di Torroba (Madrid, 1980) e “Goya” di Menotti (Washington, 1986).


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Voce brunita, musicalità aggueritissima, eccellente attore, egli gode, grazie anche ad un sapiente battage pubblicitario, di una vastissima popolarità. Ha interpretato vari film d’opera (tra cui “Carmen” di Francesco. Rosi e “Traviata” di Franco Zeffirelli). A partire dal 1973 ha anche iniziato un’apprezzabile attività di direttore d’orchestra, mettendo in scena opere come “Attila” di Verdi, i “Pagliacci” (con la regia di Zeffirelli) e “Carmen” (regia di Francesco Rosi).

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