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Le poesie piĆ¹ belle e famose sull’autunno | I versi per celebrare la stagione

Le poesie piĆ¹ belle e famose sull'autunno | Significato | Interpretazione | Poesie autunno da dedicare | Versi sull'autunno

Quali sono le poesie piĆ¹ belle e famose sull’autunno?Ā Scopriamo insiemeĀ quali sono le caratteristicheĀ di questa stagione,Ā che cose autunnoĀ inĀ analisi grammaticale, come sono le giornate inĀ autunnoĀ e perchĆ© l’autunno inizia il 22 settembre anzichĆ© il 21.Ā L’autunnoĀ ĆØ una delle quattroĀ stagioniĀ in cui ĆØ suddiviso l’anno, segue l’estateĀ e precede l’inverno.

Nell’emisfero boreale, l’inizio dell’autunno ĆØ convenzionalmente individuato attorno al 23 settembre: al verificarsi dell’equinozio d’autunno. La fine della stagione corrisponde invece al 21 dicembre, quando avviene il solstizio invernale.


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Le poesie piĆ¹ belle e famose sull’autunno

L’autunnoĀ ĆØ da sempre una delle stagioni piĆ¹ amate per il suo misto diĀ dolcezzaĀ eĀ nostalgiaĀ che la rendono unĀ momento poetico e affascinante, oltre che un periodo ideale per ripartire e scoprirsi. Di seguito, le poesie piĆ¹ belle e famose per celebrare l’arrivo della nuova stagione.

ƈ giƠ il pallido autunno, Vincenzo Cardarelli

Come varia il colore
delle stagioni,
cosƬ gli umori e i pensieri degli uomini.

Tutto nel mondo ĆØ mutevole tempo.
Ed ecco, ĆØ giĆ  pallido,
sepolcrale autunno,
quando pur ieri imperava
la rigogliosa quasi eterna estate.

Mattino d’autunno, Federico GarcĆ­a Lorca

Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
Cā€™ĆØ il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.

L’estate ĆØ finita, Emily Dickinson

Sono piĆ¹ miti le mattine
e piĆ¹ scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso piĆ¹ rotondo.
La rosa non ĆØ piĆ¹ nella cittĆ .
L’acero indossa una sciarpa piĆ¹ gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch’io, per non essere antiquata,
mi metterĆ² un gioiello.

In questa notte d’autunno, Nazim Hikmet

In questa notte d’autunno
sono pieno delle tue parole
parole eterne come il tempo
come la materia
parole pesanti come la mano
scintillanti come le stelle.

Dalla tua testa dalla tua carne
dal tuo cuore
mi sono giunte le tue parole
le tue parole cariche di te
le tue parole, madre
le tue parole, amore
le tue parole, amica.

Erano tristi, amare
erano allegre, piene di speranza
erano coraggiose, eroiche
le tue parole
erano uomini.

Foglie gialle, Trilussa

Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle,
come tante farfalle
spensierate?
Venite da lontano
o da vicino?
Da un bosco
o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso
che vi porta via?

La prima pioggia, Marino Moretti

Scendon le gocce della prima pioggia
che sui selciato ancor timida batte,
mentre settembre lietamente sfoggia
l’ardore delle sue bacche scarlatte.
E le foglie chiacchierine
parlano dell’autunno che ritorna
e che sotto la pioggia fine fine
di pampini e di bacche agile s’adorna.

Pioggia d’autunno, Ada Negri

Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia
che s’imbeve di te sin nelle fibre
che l’uniscono al ramo, e il ramo al tronco,
e il tronco al suolo;e tu dentro le vene
passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.
So che annunci l’inverno: che fra breve
quella foglia cadrĆ , fatta colore
della ruggine, e al fango andrĆ  commista,
ma le radici nutrirĆ  del tronco
per rispuntar dai rami a primavera.

Vorrei, pioggia d’autunno, esser foglia,
abbandonarmi al tuo scrosciare, certa
che non morrĆ², che non morrĆ², che solo
muterĆ² volto sin che avrĆ  la terra
le sue stagioni, e un albero avrĆ  fronde.

Autunno, Roberto Piumini

Quando la terra
comincia a dormire
sotto una coperta
di foglie leggere,
quando gli uccelli
non cantano niente.
Quando di ombrelli
fiorisce la gente,
quando si sente
tossire qualcuno,
quando un bambino
diventa un alunno.
Ecco lā€™autunno!
Violini dā€™autunno, Paul Verlaine
Singhiozzi lunghi
dai violini
dellā€™autunno
mordono il cuore
con monotono
languore.
Ecco ansimando
e smorto, quando
suona lā€™ora,
io mi ricordo
gli antichi giorni
e piango;
e me ne vado
nel vento ingrato
che mi porta
di qua e di lĆ 
come fa la
foglia morta.

Vedere cadere le foglie, Nazim Hikmet

Veder cadere le foglie mi lacera dentro,
soprattutto le foglie dei viali.
Soprattutto se sono ippocastani,
soprattutto se passano dei bimbi,
soprattutto se il cielo ĆØ sereno,
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia,
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male,
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami,
soprattutto se quel giorno
mi sento dā€™accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro,
soprattutto le foglie dei viali,
dei viali dā€™ippocastani.

All’autunno, John Keats

Stagione di nebbie e morbida abbondanza,
tu, intima amica del sole al suo culmine,
che con lui cospiri per far grevi e benedette dā€™uva
le viti appese alle gronde di paglia dei tetti,
tu che fai piegare sotto le mele gli alberi muscosi del casolare,
e colmi di maturitĆ  fino al torsolo ogni frutto;
tu che gonfi la zucca e arrotondi con un dolce seme
i gusci di nocciola e ancora fai sbocciare
fiori tardivi per le api, illudendole
che i giorni del caldo non finiranno mai
perchĆ© lā€™estate ha colmato le loro celle viscose:

chi non ti hai mai vista, immersa nella tua ricchezza?
PuĆ² trovarti, a volte, chi ti cerca,
seduta senza pensieri sullā€™aia
coi capelli sollevati dal vaglio del vento,
o sprofondata nel sonno in un solco solo in parte mietuto,
intontita dalle esalazioni dei papaveri, mentre il tuo falcetto
risparmia il fascio vicino coi suoi fiori intrecciati.
A volte, come una spigolatrice, tieni ferma
la testa sotto un pesante fardello attraversando un torrente,
o, vicina a un torchio da sidro, con uno sguardo paziente,
sorvegli per ore lo stillicidio delle ultime gocce.

E i canti di primavera? Dove sono?
Non pensarci, tu, che una musica ce lā€™hai.
Nubi striate fioriscono il giorno che dolcemente muore,
e toccano con rosea tinta le pianure di stoppia:
allora i moscerini in coro lamentoso, in alto sollevati
dal vento lieve, o giĆ¹ lasciati cadere,
piangono tra i salici del fiume,
e agnelli giĆ  adulti belano forte del baluardo dei colli,
le cavallette cantano, e con dolci acuti
il pettirosso zufola dal chiuso del suo giardino:
si raccolgono le rondini, trillando nei cieli.

San Martino, GiosuĆØ Carducci

La nebbia a gl’irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;
Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar
Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

 

L’arrivo dell’autunno, Marzia Cabano

Lā€™autunno ha bussato,
che cosa ha portato?
Un cesto di mele,
un cucchiaio di miele,
le pere mature,
le noci un poā€™ dure,
dei grappoli dā€™oro,
cornacchie nel coro,
il profumo dei funghi,
pomeriggi un poā€™ lunghi,
la nebbia fitta fitta,
una scolaretta zitta zitta,
la zucca tonda e gialla,
una stanca farfalla,
un tappeto di foglie accartocciate,
le strade lunghe, grigie e bagnate,
tanti quaderni da riempire,
tante castagne da abbrustolire.
Ciao autunno, sei arrivato,
quante cose ci hai portato!
Il castagno, Lina Schwarz
Sotto il castagno, durante lā€™estate,
fu una festa di bimbi e dā€™allegria.
Che dolci ombre egli diede alle chiassate
della garrula e vispa compagnia!
Or solitario, al gran cielo velato,
nel deserto squallor delle campagne
sā€™alza quel nudo tronco desolato.
E i bimbi? ā€¦ I bimbi mangian le castagne.

Soldati, Giuseppe Ungaretti

Si sta come
dā€™autunno
sugli alberi
le foglie.

 

 

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