Cronaca

Trattativa stato-mafia, prescritti i reati a Giovanni Brusca | LA STORIA DEL PENTITO

Trattativa stato-mafia, confermata la prescrizione per Giovanni Brusca: la Corte d’Assise aveva inflitto 28 anni a Bagarella

È stata confermata la prescrizione dei reati per il pentito di mafia Giovanni Brusca nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. La corte d’assise d’appello di Palermo ha assolto al processo sulla trattativa Stato-mafia gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno e il senatore Marcello Dell’Utri, accusati di minaccia a Corpo politico dello Stato. In primo grado erano stati tutti condannati a pene severissime-

Trattativa stato-mafia, confermata la prescrizione per Giovanni Brusca

Al termine del primo dibattimento, la Corte d’Assise aveva inflitto 28 anni a Bagarella, 12 a Dell’Utri, Mori, Subranni e Cinà e 8 a De Donno e Ciancimino. Vennero poi dichiarate prescritte le accuse rivolte al pentito Giovanni Brusca. Sotto processo, ma per il reato di falsa testimonianza, era finito anche l’ex ministro dell’interno Nicola Mancino che venne assolto. La Procura non presentò appello e quindi l’assoluzione diventò definitiva. Per la cosiddetta trattativa è stato, infine, processato separatamente e assolto, in abbreviato, l’ex ministro Dc Calogero Mannino.

Per Giovanni Brusca una casa segreta ed uno stipendio statale

Giovanni Brusca avrà una casa in una località segreta ed una sorta di stipendio statale. Il boss di San Giuseppe Jato, accusato di un centinaio di omicidi tra cui quello di un bambino sciolto dell’acido, non ha ottenuto solo la scarcerazione dopo 25 anni di detenzione. Per lui una casa in una località segreta, una nuova identità, pulita, e quella che tecnicamente si chiama indennità di mantenimento.

Per Giovanni Brusca una casa segreta ed uno stipendio statale

Solo il Servizio centrale di protezione del Ministero dell’Interno conosce i termini dell’accordo firmato da Giovanni Brusca prima di lasciare il carcere di Rebibbia nella giornata di lunedì 31 maggio. Si tratta di una documentazione riservata, anzi classificata considerando che Brusca non è un collaboratore di giustizia da poco come riportato dall’edizione odierna de Il Mattino.

Dove vive oggi Giovanni Brusca

L’accordo prevede una serie di regole che il boss dovrà rispettare. Per quattro anni  sarà sottoposto al regime di libertà vigilata, con il probabile obbligo di dimora nel luogo segreto dove adesso risiede. Ovviamente non dovrà tornare a delinquere e non potrà violare alcune regole previste dal programma di protezione al quale ha aderito.

A quanto ammonta lo stipendio statale di Giovanni Brusca

Dal 2000 Giovanni Brusca percepiva in carcere un piccolo stipendio per provvedere alla famiglia. Tra i nuovi accordi invece è previsto anche un mantenimento da parte dello Stato. Solitamente l’indennità per i collaboratori di giustizia oscilla tra i mille e i mille ed i 500 euro al mese ai quali vanno aggiunti altri 500 euro per ogni familiare a carico.

Giovanni Brusca però attualmente è solo. Si sposò nel 2002 con una donna ma anni fa hanno divorziato. C’è un figlio, nato all’unione della coppia prima dell’arresto, il quale ormai è adulto. Lo Stato inoltre paga al boss anche l’affitto, le spese mediche e, nel programma di protezione, possono essere inclusi altri benefit. Strumenti che dovrebbero servire al collaboratore di giustizia, che oramai ha 63 anni, a reinserirsi nella società e a trovare un lavoro.

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