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È la notte dell’equinozio, torna la primavera

In questi drammatici giorni del coronavirus, molti forse avranno dimenticato questo appuntamento, ma questa notte inizia la primavera. E anche se questo inverno quasi non c’è stato, l’orologio delle stelle non mente. L’equinozio di marzo cadrà quanto in Italia saranno le 4.50 del mattino, il 20 e non il 21 marzo, come siamo abituati a pensare. Questo per una serie di ragioni legate al calendario.

La notte dell’equinozio: è primavera!

L’uomo ha diviso l’anno in quattro stagioni in base a dove si trova il Sole nel cielo, che corrispondono alla posizione della Terra lungo la sua orbita di rivoluzione. Ci sono le stagioni per un ‘fortunato’ caso: l’asse della Terra è inclinato. Questo la porta ad assumere, nel corso dell’anno, diverse posizioni rispetto al Sole stesso. Stanotte, nel momento dell’equinozio, il Sole si troverà perpendicolare all’Equatore, e per questo la notte e il giorno avranno su per giù la stessa durata (con una piccola differenza dovuta al fatto che i raggi del Sole arrivano prima che sia levato completamente all’orizzonte e continuano a illuminarci anche dopo che il suo centro è scomparso). Equinozio significa proprio questo.


equinozio di primavera


Quando la Terra rivolge al sole l’emisfero sud, da noi è inverno, le giornate si accorciano perché a causa dell’inclinazione la luce del Sole copre una porzione inferiore del nostro emisfero e lo vediamo più basso nel cielo. Durante l’estate accade il contrario, con il nostro emisfero rivolto verso il Sole, che quindi fa un percorso più alto nella volta celeste. Nell’emisfero australe succede l’opposto, quando da noi è inverno da loro è estate. Nei due giorni ‘estremi’, il solstizio d’inverno e quello d’estate, il Sole verrà a trovarsi a culminare allo zenit (perpendicolare) rispettivamente più a nord e a sud: sui paralleli che prendono il nome di tropico del Cancro e quello del Capricorno.

La Primavera il 19, il 20 o il 21

La primavera e l’autunno iniziano il 21, di marzo e di settembre. Beh, non è sempre così. Anzi. Negli Stati Uniti, per fare un esempio, questo equinozio cadrà quando non sarà ancora scoccata la mezzanotte, quindi sarà ancora il 19 marzo. Diciamo che, statisticamente, almeno in questi decenni, cade più spesso il 20 marzo. Ogni tanto il 21, dal 2044 anche il 19. È una data variabile perché l’anno siderale (cioè il tempo che la Terra impiega a fare un giro completo attorno al Sole) non dura esattamente 365 giorni, ma c’è un resto di sei ore, nove minuti e una manciata di secondi. Per questo recuperiamo un giorno ogni quattro anni e la data degli equinozi ma anche dei solstizi, oscilla.


Il 20 marzo torna la Primavera: anche quest’anno l’equinozio è anticipato


L’ora della rinascita

Il cielo è un orologio, e anche nel momento dell’equinozio, come durante i solstizi, suona il rintocco che scandisce i momenti più importanti dell’anno, specialmente in agricoltura. È la sveglia che indica la rinascita, aratura e semina.

In Iran e in molti paesi del Medio Oriente, per la religione zoroastriana, l’equinozio coincide con il Nowruz, il capodanno persiano. Significa ‘nuovo giorno’ ed è anche il primo del calendario solare iraniano. Così come in corrispondenza del solstizio d’inverno si tiene la celebrazione della Shab-e Yalda, “più lunga e buia notte”, che è anche la festa della nascita di Mitra, dio del Sole. Le feste pagane, le Adonie nel mondo ellenico e le Attideia nell’antica Roma (che richiamano i miti di Adone e Attis) celebravano la risurrezione dopo la morte delle due divinità.


primavera


Il risveglio trova nella luce una delle chiavi comuni per celebrare questo traguardo. Anche in Cina, dove si celebra la Festa del Qingming, che cade i primi giorni di aprile. Significa “chiarezza e luminosità”.

Pasqua si celebra a ridosso dell’equinozio

Non è un caso che proprio la Pasqua cristiana si celebri a ridosso dell’equinozio. Per la precisione: la domenica successiva al primo plenilunio che si verifica dal giorno dell’Equinozio di primavera. Così come il Natale e il giorno di Ognissanti, è un innesto nella cultura pagana e prima ancora delle usanze dei popoli contadini. Fino a tre secoli fa, anche in Toscana, il calendario iniziava a marzo, il 25. Il rito del capodanno pisano è stato riscoperto e viene celebrato ancora oggi, come rievocazione storica. In quel giorno nel duomo della città un raggio di Sole entra e illumina una mensola di marmo a forma di uovo. Anche se l’antico orologio puntava all’altare maggiore della navata centrale a mezzogiorno in punto.

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