Cronaca

Torino, bambina di 8 anni abusata e picchiata dalla zia e dal cugino che l’avevano in affido

È in corso presso il tribulale di Torino il processo di una ragazza, oggi 19enne, che quando era una bambina di appena 8 anni veniva abusata sessualmente dal cugino e picchiata dalla zia che l’aveva in affido. La piccola quando aveva 6 anni era stata costretta a lasciare la casa in cui viveva con la mamma, con problemi di tossicodipendenza.

Torino, bambina di 8 anni abusata e picchiata dalla zia e dal cugino

La prozia della ragazza, oggi quasi ventenne, è accusata di maltrattamenti in famiglia, mentre il figlio della donna (29 anni) dovrà rispondere di violenza sessuale. Come riporta Il Corriere, il pm Lisa Bergamasco ha chiesto una condanna a cinque anni e otto mesi per l’uomo e a tre anni per la madre.

Il processo, in corso presso il tribunale di Torino, ha ricostruito sette lunghi anni di violenze e maltrattamenti. La bimba da quando aveva appena otto anni veniva quotidianamente picchiata dalla zia che l’aveva in affido.

Inoltre, il cugino, oggi 29enne, abusava di lei sessualmente e se la piccola provava a sottrarsi alle violenze veniva picchiata e minacciata. A far scattare l’allarme la psicologa che aveva in cura la vittima che un giorno si accorge che qualcosa non andava e la bambina si confidò.

La psicologa, invece di sporgere denuncia, ne parla con la zia. La donna torna a casa e picchia violentemente la nipotina, che per anni non trova più il coraggio di raccontare la verità. La svolta quando è ormai un’adolescente.

La scoperta

La madre naturale capisce che c’è qualcosa che non va e chiede aiuto per la figlia. In casa della zia viene piazzato un registratore che cattura gli abusi. La vittima, ormai cresciuta, viene affidata ad un’altra famiglia, ma è segnata dal passato. La giovane ha tentato per due volte il suicidio.

Dopo anni di terapie oggi la 19enne ha un lavoro, vive con la madre e si prende cura di lei. “Ho visto una ragazza a cui nessuno ha creduto, ma che oggi ha la possibilità di mettere un punto su quella storia – ha spiegato l’avvocatessa che la difende – Non solo il suo racconto era vero, ma ci sono dei riscontri”.

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