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Il 4 aprile del 1968 ci lasciava l’uomo che aveva un sogno: Martin Luther King

Martin Luther King, attraverso il suo carisma e la sua bontà, riuscì a conquistare il cuore dei suoi ascoltatori e a trasmettere loro, senza la violenza, la vera forza

Il 4 aprile del 1968, il reverendo Martin Luther King, uno dei più importanti e influenti attivisti politici e leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani del Novecento, fu ucciso da un colpo di fucile mentre era sul balcone di un motel a Memphis, in Tennessee.

Martin Luther King, attraverso il suo carisma e la sua bontà, riuscì a conquistare il cuore dei suoi ascoltatori e a trasmettere loro, senza la violenza, la vera forza. La sua voce era un grido di allarme, di un mondo che stava per cambiare ma che non aveva ancora il coraggio di iniziare.

4 aprile 1968: l’assassinio di Martin Luther King

Quel giorno del 4 aprile del 1968, Martin Luther King era a Memphis, dove aveva già partecipato, il 28 marzo, alla manifestazione in ricordo del giovane afroamericano di 16 anni, durante gli scontri con la polizia.

Alle 18:01, sul balcone della sua stanza d’albergo venne colpito da un proiettile di fucile, che poi si disse partito da una stanza dell’albergo di fronte.

L’arresto e i dubbi sul colpevole

L’omicida, il quarantenne suprematista bianco James Earl Ray, fu arrestato due mesi dopo all’aeroporto Heahtrow di Londra mentre cercava di sfuggire dall’Fbi. Nel dicembre del 1999 una giuria decretò che King fu vittima di una cospirazione che includeva Loyd Jowers, proprietario del Jim Grill, ristorante situato nei pressi del hotel dove era stato ucciso.

Durante il processo ritirò le affermazioni fatte nel 1983 alla televisione ABC e fu condannato al pagamento della somma di 100 dollari alla famiglia King. Ray sostenne, infine, di aver incontrato un uomo che si faceva chiamare “Raoul” e che sarebbe stato coinvolto nella cospirazione per uccidere Martin Luther King.

Le indagini dell‘FBI,  gli atti processuali pubblici non hanno mai chiarito la vicenda: la verità sull’assassinio di Martin Luther King non è nota fino in fondo e i documenti nel 2002 non hanno contribuito a fare emergere la verità.

Quell’uomo, brutalmente assassinato è oggi è ricordato come  l’uomo del grande sogno, il sogno di un mondo dove i figli sarebbero stati più liberi, uguali e felici di quanto lo sono stati i loro padri. Furio Colombo, scrittore e storico, fu un seguace sostenitore del reverendo e lo ricorda nel giornale il Dubbio così:

«Martin Luther King insegnò ai bianchi ad accettare i neri e ai neri che i diritti si potevano conquistare senza cedere alla violenza».

I have a Dream

Quattro anni prima, nel 1964, Martin Luther King era stato ricevuto del Premio Nobel per la Pace, e un anno prima ancora, il 28 agosto 1963, aveva guidato la Marcia della Libertà a Washington.

In quell’occasione, davanti a una folla oceanica aveva tenuto al Lincoln Memorial uno dei discorsi più noti e citati della Storia, I have a Dream, Io ho un sogno.

 

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