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Il 28 marzo 1483 nasce Raffaello: celeberrimo volto rinascimentale

Raffaello Sanzio è stato un pittore e architetto italiano, celebre volto del Rinascimento. Considerato uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, i suoi capolavori segnarono un tracciato imprescindibile nella storia dell’umanità e fu di vitale importanza per lo sviluppo del linguaggio artistico dei secoli a venire, dando così vita ad una scuola artistica in grado di fare arte “alla maniera” sotto il nome di manierismo.

28 marzo 1483: nasce Raffaello, fulgido volto del Rinascimento

Nato ad Urbino il 28 marzo (o il 6 aprile) del 1483, Raffaello Sanzio fu un probabile allievo del padre Giovanni Santi, prima di entrare alla “corte” del Perugino, in seguito – nonostante la sua giovane età – si affermò come uno degli artisti più rinomati.



Durante quel periodo, ad Urbino c’era una vera e propria scuola pittoria che, inevitabilmente, influenzò profondamente il pittore, durante la sua vita e nelle sue opere, infatti, porterà sempre con se l’atmosfera creatasi in quel luogo pieno di fermento e linfa creativa.

Gli inizi

Tra i primi lavori sorgono: “Sogno del cavaliere”, lo stendardo di città di Castello, la tavola andata perduta con l’Incoronazione di San Nicolò da Tolentino, la “Resurrezione del museo di San Paolo”, e, verso il 1503, la “Incoronazione della Vergine” (conservata nei musei vaticani) e la “Crocifissione” della National Gallery.


Perugino
Il Perugino, l’uomo che influenzò artisticamente Raffaello.

In queste opere si notano ancora influenze tipicamente umbre della pittura del Perugino e del Pinturicchio, pur denotandosi già un distacco dai troppo decorativi motivi dei maestri per tendere a una maggiore consistenza plastica nella costruzione delle figure.

Lo “Sposalizio della Vergine”, lavoro del 1504, è il primo esempio grandioso di questa concezione costruttiva (ora nella pinacoteca milanese di Brera) nel quale il valore coloristico e compositivo dell’architettura di fondo denota la mano di un artista già profondamente capace.

A Firenze

Alla fine del 1504 Raffaello si reca a Firenze con l’intento dichiarato di studiare le opere di Leonardo Da Vinci, Michelangelo e fra Bartolomeo.


raffaello-sanzio


La sua evoluzione artistica nel corso del soggiorno fiorentino può essere ripercorsa esaminando i numerosi dipinti sul tema della Madonna con il Bambino. Ancora di ispirazione umbra è la “Madonna del Granduca” mentre alcune prove successive mostrano l’influenza di Leonardo (ad esempio “La belle jardinière” o la “Madonna del Cardellino”).

“Madonna Bridgewater” e “Madonna del baldacchino”

Lo studio dell’opera di Michelangelo, invece, risulta particolarmente evidente nella cosiddetta “Madonna Bridgewater” (conservata alla National Gallery di Edimburgo).


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La “Madonna Bridgewater”.

L’ultimo dipinto eseguito a Firenze, la “Madonna del baldacchino”, rimase incompiuto a causa della partenza dell’artista per Roma.

Vaticano

Presso lo stato Pontificio gli viene affidato l’incarico di affrescare alcune pareti della Stanza della Segnatura. Sul soffitto dipinge in tondi ed in scomparti rettangola Filosofiari alternati la Teologia, il Peccato originale, la Giustizia, Il giudizio di Salomone, la , la Contemplazione dell’Universo, la Poesia, Apollo e Marsia.


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Il dettaglio dell’affresco “La liberazione di San Pietro”.

Dopo queste opere, l’artista realizza nel 1511 altre decorazioni delle Stanze Vaticane dipingendo nella stanza detta di Eliodoro le scene della Cacciata di Eliodoro, del Miracolo della Messa di Bolsena, della liberazione di San Pietro e quattro episodi del Vecchio Testamento.

Contemporaneamente a queste opere del periodo romano, è da considerarsi egregia e interessante la raccolta di ritratti, nonché altre scene sacre e immagini di illustri e ignoti personaggi.

Progetto San Pietro

Nel 1514 dopo la morte del Bramante, che aveva già progettato San Pietro, il Papa lo nomina responsabile della cura dei lavori per la costruzione di San Pietro, lavorando inoltre alla realizzazione delle logge del palazzo Vaticano nel cortile di San Damasco.



Questa sua attitudine alle opere architettoniche viene spesso posta in secondo piano ma in realtà costituisce una parte fondamentale dell’attività del genio cinquecentesco.

Influenza del Bramante

Non solo, infatti, ha realizzato la cappella Chigi in Santa Maria del Popolo ma ha anche studiato la facciata di San Lorenzo e del palazzo Pandolfini a Firenze.


Bramante
Il Bramante, un altro illustre personaggio dell’epoca.

In questo campo, pur mantenendo quell’astratta armonia compositiva tipica delle sue opere pittoriche, è sempre assai influenzato dallo stile del Bramante.

I grandi ritratti

Oltre a tutte queste opere universalmente note, Raffaello dipinse molte tele altrettanto interessanti. Tra i ritratti, genere in cui eccelleva per l’estremo realismo della rappresentazione e la capacità di introspezione psicologica, si ricordano quelli di Giulio II e di Leone X con due cardinali.



Tra gli altri quadri di soggetto religioso è necessario almeno ricordare la “Trasfigurazione”, rimasta incompiuta alla sua morte e completata nella parte inferiore da Giulio Romano. La tela costituirà un modello importante per i pittori del Seicento, in particolare per Caravaggio e Rubens.

Morte

Muore a Roma il 6 Aprile 1520, a soli 36 anni, all’apice della gloria, osannato e ammirato dal mondo intero quale artista che aveva incarnato al meglio l’ideale supremo di serenità e di bellezza del rinascimento. Le sue spoglie furono sepolte al Pantheon monumento da lui profondamente amato.


Raffaello Sanzio


 

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