Cronaca

Odissea di una ragazza abbandonata al Pronto Soccorso senza acqua né cibo: “Che tristezza”

Odissea di una ragazzina dentro un Pronto soccorso della Brianza

Odissea di una ragazza dentro un Pronto soccorso della Brianza: senza acquacibo per sette ore, costretta ad usate carta igienica come assorbente. Il commento del padre è lapidario. “Che tristezza”.

Ragazza al pronto soccorso per 7 ore: senza acqua né cibo

Per sette ore senza bere né mangiare. In più costretta ad utilizzare fazzoletti di carta per tamponare il sangue del flusso mestruale, al posto degli assorbenti perché l’ospedale ne era sprovvisto.

È l’incubo vissuto da una ragazza di Vimercate, come denunciato dal padre che con un commento agghiacciante dichiara: “Che tristezza”.

La storia

Arrivata alle 5 di mattina, in preda a dolori lancinanti, ne è fuoriuscita dopo le 13. E, in quel lasso di tempo, la giovane non ha potuto bere o mangiare. Vagando spesso senza una guida, sola e abbandonata. Per una visita passa un’ore. Vietato bere in attesa del prelievo. e Intanto viene invitata ad andare nei bagni con un bicchierino, per raccogliere l’urina. Cammina a fatica, ha mal di testa e ancora dolore al basso ventre. Nessuno la scorta e la guida: viene lasciata sola con il bicchiere in mano.

Poi arriva anche il ciclo: “Mi sono alzato e sono andato all’ingresso a chiedere un’assorbente”, racconta il padre, “Mi sono sentito rispondere che non potevo stare lì e che dovevo andare a casa, e che intanto vedevano se ne trovavano uno. Ho chiesto se almeno potevo avvisare mia figlia che era senza cellulare. Si trattava di fare 10, ma me lo hanno impedito, dicendo che ci pensavano loro”.

La perdita tamponata con la carta igienica

Nessuno però avvisa la ragazzina. Che chiama un’ora dopo, preoccupata per la scomparsa improvvisa del padre. Lei, ancora in sala d’attesa. E degli assorbenti, nessuna traccia, tamponando con la carta igienica trafugata nei bagni del Pronto soccorso.

Senza contare che la ragazzina soffre di tricotillomania e in quel contesto è andata in panico, strappandosi le sopracciglia. “È stata pure rimproverata perché non aveva la mascherina. Ma magari uno se corre al Pronto soccorso alla mascherina non ci pensa no? E comunque bastava dargliela. Ne ha avuta una dopo ore e rimprovero. Non credo sia possibile in un paese civile lasciare una ragazza per oltre sette ore senza informazioni, senza acqua, senza cibo, costretta a raccattare carta igienica per tamponare il flusso mestruale abbondante del primo giorno”.

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