CronacaPolitica

Recovery Plan, ecco cosa prevede la riforma della Giustizia

La riforma Giustizia rappresenta secondo molti il pilastro dell’intero Pnrr

Cosa prevede la riforma della Giustizia, uno dei pilastri portanti su cui poggia il Recovery Plan Nazionale proposto dal presidente del Consiglio Mario Draghi? Tempi dei processi ridotti grazie a mediazione e negoziazione, riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario e ridimensionare il contenzioso tributario. Ecco cosa sappiamo.

Riforma della Giustizia, Draghi: “una sfida epocale”

È in gioco il futuro dell’Italia – ha spiegato il premier Mario Draghi una sfida epocale, quella del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che comincerà proprio con l’attuazione delle riforme”. Riforme imprescindibili per rilanciare il destino del Paese. Tra queste, accanto a quelle della pubblica amministrazione, della concorrenza, della semplificazione e del fisco, riveste un ruolo di primissimo piano la Giustizia. I tempi dei processi sono da sempre il principale problema. Un’accelerazione è necessaria per incentivare gli investimenti, soprattutto esteri, e per garantire la competitività dell’intero sistema Italia. Dalle imprese alle famiglie. L’obiettivo, ambizioso, è quello di ridurre l’arretrato, tagliando i tempi dei processi civili del 40% e di quelli penali del 25%.

Le riforme

Processo civile, processo penale e riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm: queste le riforme attualmente in discussione in ParlamentoNei prossimi mesi il ministero della Giustizia e il Parlamento saranno impegnati proprio su questi tre fronti: le deleghe vanno adottate entro la fine del 2021 ei decreti attuativi dovranno essere predisposti entro la fine del 2022. “Vogliamo un sistema giudiziario strutturalmente più efficiente ed elevare la qualità della risposta del sistema“, ha detto Draghi.

Csm e Ordinamento giudiziario

I capi degli uffici giudiziari avranno maggiori responsabilità, saranno previste nuove norme sulle loro nomine per premiare i migliori. La riforma del Consiglio superiore della magistratura dovrà essere calendarizzata in Aula alla Camera entro giugno. Il nuovo sistema elettorale del Csm e il suo funzionamento sono temi al vaglio della Commissione ministeriale.

Processi civili

Il Piano rivede l’organizzazione degli uffici giudiziari e crea l’Ufficio del processo, una struttura a supporto del magistrato nella fase “conoscitiva” della causa. Si semplifica il rito processuale, si dà attuazione al processo telematico e viene incentivato il ricorso a procedure di mediazione. Previste poi assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di casi pendenti e rafforzare gli uffici preposti.

Processi penali

Per ridurre la durata, superiore alla media europea, si pensa a più interventi: nuovi termini di durata delle indagini preliminari; semplificazione dei giudizi; ampliamento della inappellabilità delle sentenze. Un intervento è previsto per introdurre la possibilità di estinguere alcuni reati con condotte riparatorie a tutela delle vittime e ampliando i casi in cui non si procede per particolare tenuità del fatto.

Giustizia tributaria

Entro il 2022. Ha l’obiettivo di ridimensionare il contenzioso tributario, che vede più di 50mila processi pendenti in Cassazione. La gestione della giustizia e del contenzioso tributario è un fattore cruciale per rafforzare la fiducia nelle attività economiche e imprenditoriali e dei contribuenti.

Cartabia: “La Giustizia diventi terreno condiviso”

Un percorso complesso che richiede unità… politica innanzitutto. La giustizia “è stata una trincea” ma ora, sottolinea la Guardasigilli Marta Cartabia, “deve diventare il terreno dove cercare una convergenza” per “il bene delle future generazioni. Un compito storico – il suo appello ai partiti – il pilastro su cui poggia l’intero Piano nazionale. Se fallisce non avremo i fondi europei”.


Leggi anche:

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio