Lavoro

Recruiter, esigenze lavorative del 70% talenti tech sono cambiate

Per attrarre e valorizzare talenti, il focus si è spostato sul benessere dell’individuo, un punto importante da tenere a mente in sede di recruiting

La guerra dei talenti è appena iniziata. Tra il fenomeno del “quiet quitting” – le cosiddette dimissioni silenziose – e un mercato sempre più competitivo dopo la pandemia, il settore tech ha affrontato intensi cambiamenti.

Per attrarre e valorizzare talenti, il focus si è spostato sul benessere dell’individuo, un punto importante da tenere a mente in sede di recruiting. Per non ritrovarsi una lettera di dimissioni sulla scrivania, invece, sarà sempre più importante e cruciale muoversi su più piani, costruendo percorsi di crescita e formazione in un’ottica di work-life balance.

Ma come valorizzare i talenti o acquisirne di nuovi? Epicode illustra il quadro della situazione nell’infografica “State of engineering careers 2022 analizzando oltre 500 risposte dei dipendenti di piccole, medie e grandi aziende tech (tra cui Meta, Apple, Amazon, Microsoft e Google).

Dall’analisi è emerso che per il 70% del campione le esigenze sono cambiate rispetto al passato, in quanto la priorità per un luogo di lavoro sano è la tutela del benessere del lavoratore. Infatti, se gli intervistati agli inizi della propria carriera vogliono rimanere aggiornati con la tecnologia, a crescere professionalmente e sono attenti all’impatto del loro lavoro, in seguito le priorità diventano l’equilibrio tra lavoro e vita privata (15%), la famiglia (14%) e l’ambiente di lavoro. Il lavoro a distanza, invece, è considerato importante ad ogni livello di expertise (13%). E andrebbe valorizzato, sia nella redazione delle offerte di lavoro sia in sede di colloquio.

Attenzione alla fuga di talenti: solo il 27% degli intervistati ha intenzione di rimanere nella sua attuale azienda. I motivi principali della volontà di cambiare sono la crescita professionale (68%) e lo stipendio (52%). Il dato è cruciale e da tenere d’occhio, anche se può essere evitato: cambiare lavoro è considerato un momento professionale molto più stressante (60%) rispetto ad un avanzamento di carriera e responsabilità (30%).

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