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Referendum sul taglio dei parlamentari, le posizioni dei partiti: chi vota Si e chi No

Il 20 e 21 settembre 2020 si voterà per un referendum costituzionale sul taglio di un terzo del numero dei parlamentari di Camera e Senato. Il referendum costituzionale in Italia del 2020 è stato indetto per approvare o respingere la legge di revisione costituzionale dal titolo “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”. Si tratta del quarto referendum confermativo nella storia della Repubblica.

Referendum sul taglio dei parlamentari

Approvato in via definitiva dalla Camera l’8 ottobre 2019, il testo di legge prevede il taglio del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato. Originariamente previsto per il 29 marzo 2020, il referendum è stato rinviato al 20 e 21 settembre a seguito della pandemia di coronavirus. Il referendum non richiede il raggiungimento di un quorum per avere efficacia: i partiti che votano si, qelli che votano no.

I partiti che votano si

Tra i partiti che votano si il Movimento 5 Stelle, il principale sostenitore della riforma, il Pd, la Lega, Fratelli d’Italia. Ma all’interno dei partiti ci sono degli outsider, che non seguiranno la linea dei loro leader, come nel caso del Partito Democratico che, nonostante la linea dettata dal segretario Zingaretti, e che sceglieranno il no. Contrari al referendum Walter Veltroni, Romano Prodi, Arturo Parisi, Laura Boldrini, Matteo Orfini, Gianni Cuperlo, Vincenzo De Luca.

I partiti che votano no

A schierarsi per il no sono solamente due partiti, +Europa, con Emma Bonino, e Azione, con il suo leader Carlo Calenda. Forza Italia, nonostante sia il partito che vanta il maggior numero dei firmatari della richiesta di referendum, ha al suo interno alcuni “dissidenti”,come Andrea Cangini e Simone Baldelli. Voteranno si, invece, la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini, mentre quella al Senato Anna Maria Bernini voterà no. Libertà di voto per Italia Viva, poche le prese di posizioni nette, come quella di Roberto Giachetti, che voterà no.

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