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Le regole per viaggiare all’estero, i Paesi in cui andare senza obbligo di quarantena

Le regole per viaggiare all'estero dall'Italia: quali sono i Paesi in cui andare senza obbligo di quarantena? Scopriamolo insieme

Anche se l’emergenza sanitaria legata al Covid non è terminata, si aggiornano le regole per viaggiare all’estero. In alcuni Paesi, non c’è l’obbligo di quarantena all’ingresso. Tutto questo a patto che i viaggiatori siano muniti di un tampone negativo al Coronavirus effettuato anche poche ore prima della partenza. Ma quali sono i Paesi in cui andare senza obbligo di quarantena? Vediamolo insieme.

Le regole per viaggiare all’estero dall’Italia, i Paesi senza obbligo di quarantena

In attesa dell’arrivo del pass, che potrà permettere a vaccinati o guariti, di muoversi liberamente all’esterno dei propri confini nazionali, la Farnesina ha aggiornato, nella sezione del propri sito internet “Viaggiare sicuri”, le regole di ingresso in alcuni paesi stranieri. Si ricordi che in generale fino al 15 maggio gli spostamenti da e per l’estero sono disciplinati dal Dpcm del 2 marzo, che suddivide i Paesi in cinque elenchi, ognuno dei quali con disposizioni diverse circa le misure da osservare.

Croazia

Fino al 15 maggio, secondo l’ultimo aggiornamento del 3 maggio, gli italiani che vogliono andare in Croazia possono farlo presentando l’esito negativo di un test effettuato nelle ultime 48 ore o presentando il certificato di vaccinazione se sono trascorsi 14 giorni dalla seconda dose. Le persone che sono guarite dal Covid e sono in possesso del certificato medico sono esentate dal presentare l’esito negativo al tampone se sono state vaccinate con almeno una dose, esenzione si estende fino a cinque mesi dalla data della somministrazione del vaccino. Chi vuole può sottoporsi anche al test antigenico rapido all’arrivo, ma in questo caso dovrà sottoporsi ad un periodo di autoisolamento di 10 giorni.

Cipro

A Cipro non vi è obbligo di quarantena, tuttavia il governo locale, secondo l’aggiornamento del 4 maggio indicato dal sito Viaggiare Sicuri, prevede la suddivisione dei Paesi stranieri  in diverse categorie (verde, arancione, rossa, grigia) in base alla situazione epidemiologica rilevata dal Centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (ECDC) aggiornata settimanalmente. Attualmente l’Italia è rossa. Pertanto, chi arriva dal nostro Paese deve presentare un certificato negativo di test molecolare (PCR) effettuato non più di 72 ore prima della partenza e ripetere il test all’arrivo a Cipro, rimanendo in autoisolamento fino all’esito dell’esame.

Grecia

Come si legge sul sito della Farnesina, per i viaggiatori che si dirigono in Grecia “a partire dal 19 aprile viene rimosso l’obbligo di isolamento fiduciario di sette giorni, precedentemente in vigore, per i passeggeri che risiedono nei Paesi UE, nell’area Schengen, Regno Unito, USA, Emirati Arabi Uniti, Serbia e Israele purché, al momento dell’ingresso in Grecia, siano in possesso di un test molecolare negativo (in inglese), effettuato nelle 72 ore precedenti all’arrivo, o – in alternativa – di un certificato di vaccinazione (purché siano decorsi almeno 14 giorni dal completamento della vaccinazione). Per gli altri passeggeri continua a essere previsto, fino a data da destinarsi, l’obbligo di rispettare un periodo di autoisolamento fiduciario di sette giorni (o, in caso di permanenza per periodi inferiori, per tutto il periodo di permanenza)”.

Kenya

Secondo l’aggiornamento del 3 maggio, i collegamenti aerei internazionali sono attivi. Per i viaggiatori in arrivo in Kenya anche dall’Italia non è prevista la quarantena a condizione che siano muniti di un certificato negativo per test Covid PCR effettuato non più di 96 ore prima dall’arrivo in Kenya, non presentino una temperatura corporea superiore a 37,5 gradi e non manifestino tosse persistente, difficoltà respiratorie o altri sintomi influenzali. Sono anche tenuti a compilare previamente il modulo online di monitoraggio sanitario necessario a generare un “QR code” che verrà recapitato agli interessati tramite posta elettronica e andrà presentato ai controlli di sicurezza. Il monitoraggio quotidiano da parte delle Autorità sanitarie keniane proseguirà nei 14 giorni successivi all’arrivo, tramite SMS o tramite l’app di Android “Jitenge” del Ministero della Salute keniano. Tuttavia, si legge sul sito della Farnesina, “poiché è in atto un peggioramento della situazione epidemica nel Paese e le strutture ospedaliere sono quasi sature, si raccomanda vivamente a coloro che intendano recarsi in Kenya, nel rispetto delle attuali disposizioni in materia di restrizioni ai viaggi all’estero, di munirsi di una adeguata copertura assicurativa per eventuali spese mediche che possono essere in loco molto elevate”.

Spagna

L’ultimo aggiornamento per coloro che vogliono viaggiare in Spagna è del 30 aprile. secondo il quale è consentito l’ingresso nel Paese iberico da tutti i Paesi europei ed appartenenti allo spazio Schengen, senza obbligo di quarantena. Vige, tuttavia, l’obbligo di presentare un test molecolare PCR negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti l’ingresso – per via aerea o marittima – nel Paese: la prescrizione riguarda i passeggeri provenienti da tutti i Paesi UE e tutti i Paesi extra UE tranne Australia, Nuova Zelanda, Ruanda, Singapore, Corea del Sud, Tailandia, Cina, Hong Kong e Macao. Per l’Italia, l’obbligo riguarda i passeggeri provenienti da qualunque Regione. Non sono ammessi i test rapidi, nemmeno per le Canarie.

Portogallo

Fino al 16 maggio, secondo quanto previsto dell’aggiornamento del 4 maggio 2021, i passeggeri in arrivo anche dall’Italia in Portogallo sono tenuti a presentare un test molecolare RT-PCR al Covid-19, con risultato negativo, realizzato entro le 72 ore precedenti il viaggio, in assenza del quale non potranno imbarcarsi. I bambini con età inferiore ai 24 mesi sono esentati dal presentare il test. Tuttavia, si specifica, “l’ingresso o il transito in Portogallo è consentito solamente per i viaggi essenziali: viaggi per motivi professionali, di studio, di ricongiungimento familiare, di salute o per ragioni umanitarie”.


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