Almanacco

Il 14 gennaio del 1976 debutta in edicola “la Repubblica”: noto quotidiano italiano

Quarantaquattro anni fa è stato l'anno del suo trionfante ingresso in scena di Repubblica, oggi uno dei più diffusi in Italia

Festeggia 44 anni oggi uno dei quotidiani più letti d’Italia. Fondato a Roma nel 1976 da Eugenio Scalfari, attualmente come tiratura è un quotidiano situato tra le vette nazionali, insieme al Corriere della Sera ed il Sole 24 ore, inoltre, è uno dei più letti insieme ai suoi sopracitati concorrenti.

Nel 1976 debutta in edicola il noto quotidiano “la Repubblica”

Mercoledì 14 gennaio del 1976, il quotidiano la Repubblica debutta in edicola. Si presenta al pubblico con un formato berlinese, più piccolo di quelli usualmente adottati all’epoca dagli altri giornali nazionali: sei colonne invece delle tradizionali nove; è composto di 20 pagine ed esce dal martedì alla domenica. Al posto della terza pagina tradizionale, la cultura è collocata nel paginone centrale.

Gli albori

Quando il giornale nasce, la messa in pagina non è ancora definita compiutamente; dopo numerosi assestamenti, la griglia raggiunge un’impostazione standard. La pagina, che inizialmente conteneva soltanto testi e titolazioni, inizia a essere movimentata con l’aggiunta di illustrazioni, fotografie e disegni. Il grafico, Franco Bevilacqua, inventa i blocchi prefigurati: l’articolo della Repubblica si compone di testo e fotografie insieme.


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Il 5 dicembre del 1976 si provano i numeri zero di Repubblica.

Durante i primi due anni di vita il quotidiano crea il proprio pubblico, ondeggiando tra la sinistra extraparlamentare e quella riformista. Scalfari coglie la novità rappresentata dal movimento giovanile nelle università; la Repubblica lo aggancia e lo segue da vicino. Il punto di forza del quotidiano sono i commenti, sempre incisivi e schierati: anche le cronache hanno un taglio politico.

Alla schiera dei collaboratori si aggiunge Giampaolo Pansa, proveniente dal Corriere della Sera, nel ruolo di inviato speciale a Milano. La sede di Repubblica occupa un piano di un palazzo in piazza Indipendenza di proprietà della famiglia Amodei, editore del Corriere dello Sport – Stadio, che ha sede e redazione nello stesso edificio.

Gli anni della svolta

Il 1978 è l’anno della svolta. All’inizio, la vendita media è di 114mila copie. In marzo l’Italia è sconvolta dal rapimento di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, a opera delle Brigate Rosse: durante i cinquantacinque giorni del sequestro la testata di Scalfari appoggia incondizionatamente la linea della fermezza contro le richieste dei brigatisti, mentre segue con attenzione nettamente critica la scelta “trattativista” del PSI di Bettino Craxi.


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La linea di opposizione al segretario socialista, che sarà il leitmotiv del quotidiano per i successivi dieci anni, è già tracciata. Nello stesso anno appare l’inserto Satyricon: è il primo inserto di un quotidiano italiano dedicato interamente alla satira. Sul finire del 1978 la Repubblica arriva a toccare le 140mila copie.

Nel 1979, con una tiratura media di 180mila copie, il quotidiano raggiunge il pareggio di bilancio. La foliazione aumenta da 20 pagine a 24. Il giornale decide, per la prima volta, di coprire gli eventi sportivi; a dirigerne l’apposita redazione viene chiamato Gianni Brera. Tra il 1979 e il 1980 appare poi la rubrica a disegni Tutti da Fulvia sabato sera, di Pericoli e Pirella. Sempre nell’80 il terrorismo colpisce da vicino la Repubblica: il 7 maggio il cronista Guido Passalacqua viene gambizzato dallo stesso gruppo che il 28 ucciderà Walter Tobagi.

L’ascesa dopo lo scandalo P2

Nel 1981 uno scandalo travolge il quotidiano nazionale più venduto, il Corriere della Sera, che si scopre essere di fatto controllato, sia finanziariamente che editorialmente, dalla loggia P2.


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Ciò consente alla Repubblica di aumentare il numero dei lettori e di strappare al giornale concorrente alcune firme prestigiose, tra cui quelle di Enzo Biagi e Alberto Ronchey.

Scalfari intravede l’opportunità di portare il suo giornale ai primi posti e lancia nuove iniziative per allargarne il bacino d’interesse; tra gli altri, porta la foliazione a 40 pagine, per dare più spazio alla cronaca varia, agli spettacoli e allo sport. La sua testata diventa un “giornale omnibus”, ovvero un quotidiano per tutti i tipi di lettori.

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