Si torna a parlare dei rischi del pezzotto. Dopo la scoperta del “sistema” che aveva bloccato il segnale per qualche ora, tutto è tornato a funzionare come segnalato da molti utenti. I rischi però sono sempre dietro l’angolo.
I rischi del pezzotto, le rivelazioni
A parlare dell’argomento è stato un ex “admin”, intervistato da Alessandro Di Sarno de Le Iene parlando di uno stretto legame tra le Iptv pirata e la camorra.
Per tre anni ha venduto il pezzotto che consente di guardare molte tv a pagamento in maniera illegale. E per questo è stato anche in carcere.
Parla l’ex admin del pezzotto
“Secondo me questi flussi di denaro alimentano la malavita. Per avere una centrale devi avere tanti prestanome, tante Postepay, devi avere una buona conoscenza di chi ti può garantire sicurezza. Gli utenti devono sapere che stanno alimentando le persone sbagliate, la malavita, la camorra. Le persone devono paura, sia chi paga in contanti che chi fa la ricarica perché alimentano la camorra. Anche se denunci il fatto, denunci te stesso perché hai commesso un reato.
A Le Iene parla un ragazzo di 25 anni, ex admin pentito di Iptv, la tv pirata, che gestiva oltre 40mila utenti del pezzotto per un giro di affari da più di 40mila euro al mese.
“Ora rischio il carcere per associazione a delinquere. Sapevo che stavo rubando, ma me ne fregavo, perché mi dicevo che rubavo a chi di soldi già ne aveva”, confessa il ragazzo, che poi spiega perché la più grande rete di distribuzione pirata dei contenuti delle pay tv è tornata online, dopo il blitz della Guardia di finanza.
“È un server che parte fuori dall’Italia. Questo server l’ho comprato io, lo gestisco io in Italia e trasferisco il segnale e mi faccio pagare mensilmente”, viene rivelato a Le Iene nel servizio di Alessandro Di Sarno, svelando così il funzionamento del “pezzotto“.
