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Il 23 agosto del 1945 nasce Rita Pavone, pilastro inamovibile della musica italiana

Ha pubblicato dischi in tutto il mondo, incidendo in sette lingue diverse ed è una delle cinque cantanti italiane

Rita Pavone è una cantante, attrice e showgirl italiana naturalizzata svizzera. Nota al grande pubblico per le sue strepitose canzoni e per le sue parti recitate in favolosi film cult degli anni Sessanta, fu soprannominata “Pel di carota” per via del colore rosso della sua capigliatura. Ha pubblicato dischi in tutto il mondo, incidendo in sette lingue diverse ed è una delle cinque cantanti italiane – le altre sono Gigliola Cinquetti, Sabrina Salerno, Raffaella Carrà e Ivana Spagna – ad essere entrata in classifica in Gran Bretagna.

23 agosto 1945: nasce Rita Pavone, cantante e attrice italiana

Rita nasce il 23 agosto del 1945 in via Malta 43, nel quartiere Borgo San Paolo di Torino. La famiglia di origine era composta dal padre Giovanni Pavone, un operaio della Fiat Mirafiori di origini siciliane (1912–1990), la madre Maria, casalinga di origini ferraresi, e i fratelli Piero, Carlo e Cicco. Terza dei quattro figli della coppia, si iscrive alla prima liceo dell’istituto statale Santorre di Santarosa ma, nell’inverno 1959-60, la famiglia si trasferisce in un altro quartiere, presso le case operaie della Fiat di via Chiala 19, alle “Basse” di Mirafiori Sud.


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Il suo debutto avviene al Teatro Alfieri, nel capoluogo piemontese, nel 1959 in occasione di uno show per bambini chiamato Telefoniade, organizzato dalla Stipe, società telefonica del tempo. Per la prima volta davanti al pubblico, si esibisce nell’interpretazione dei brani di Al Jolson Swanee e di Renato Rascel Arrivederci Roma. Negli anni successivi, sale sul palco in diversi locali della città come il Principe, l’Hollywood Dance, La Perla, La Serenella e l’Apollo Danze, venendo soprannominata “la Paul Anka in gonnella”, visto che il suo repertorio attinge soprattutto alle canzoni dell’artista canadese.

Gli inizi

Nel 1962 prende parte alla prima edizione del Festival degli sconosciuti di Ariccia, manifestazione patrocinata dal cantante Teddy Reno: egli diventa in breve tempo il pigmalione di Rita, ma anche il suo compagno (si sposeranno sei anni più tardi tra le polemiche, dovute alla differenza di età tra i due e al fatto che l’uomo è già padre di un figlio e sposato civilmente).

Rita vince il festival e si guadagna un provino con la RCA Italiana: provino superato cantando alcuni brani di Mina. Dal suo esordio a livello nazionale alla fama il passo è molto breve: merito di singoli di successo come Sul cucuzzolo, La partita di pallone (entrambe scritte da Edoardo Vianello), Come te non c’è nessuno, Alla mia età, Il ballo del mattone, Cuore (versione italiana di Heart, hit americana), Non è facile avere 18 anni, Che m’importa del mondo e Datemi un martello, cover di If I had a hammer.


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Nel 1964, la Pavone viene chiamata a interpretare Il giornalino di Gian Burrasca, sceneggiato televisivo diretto da Lina Wertmuller e tratto dal famoso romanzo di Vamba, musicato da Nino Rota. La sigla di questo prodotto è Viva la pappa col pomodoro, brano destinato a scavalcare i confini nazionali nelle versioni inglese (The man who makes the music), tedesca (Ich frage mainen papa) e spagnola (Que ricas son le papasin).

Finita addirittura nel saggio di Umberto Eco Apocalittici e integrati, vince nel 1965 il Cantagiro con la canzone Lui, cui fanno seguito hit famose come Solo tu, Qui ritornerà, Fortissimo, Questo nostro amore, Gira gira, La zanzara e Stasera con te, sigla di Stasera Rita, programma tv diretto da Antonello Falqui; nel 1966, invece, incide Il geghegè, sigla di Studio Uno.

Il successo

L’anno successivo Rita vince nuovamente il Cantagiro con il brano scritto da Lina Wertmuller e Luis Enriquez Bacalov Questo nostro amore, colonna sonora della pellicola Non stuzzicate la Zanzara; partecipa, inoltre, ai film La Feldmarescialla e Little Rita nel West, al fianco di Terence Hill. La sua popolarità in quel periodo supera i confini nazionali: viene invitata per cinque volte nella trasmissione della Cbs Ed Sullivan Show, negli Stati Uniti, e si ritrova sul palco al fianco di artisti come Ella Fitzgerald, Duke Ellington, Marianne Faithfull, The Beach Boys, The Supremes, The Animals e addirittura Orson Welles.


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Tra le date indimenticabili c’è il 20 marzo del 1965, quando Rita si esibisce in concerto nella Carnegie Hall di New York. Con la Rca Victor Americana pubblica tre dischi, che vengono distribuiti in tutto il mondo: The International teen-age sensation, Small wonder e Remember me.

Ma il successo della cantante piemontese arriva anche in Francia, grazie a Coeur e Clementine Cherie, colonna sonora dell’omonimo film con Philippe Noiret. Oltralpe, però, le soddisfazioni maggiori arrivano grazie a Bonjour la France, scritto da Claudio Baglioni, con oltre 650mila copie vendute.

Mentre in Germania i suoi 45 giri compaiono spesso nelle classifiche dei dischi più venduti (Wenn Ich ein Junge War vende da solo più di mezzo milione di copie), e Arrivederci Hans arriva addirittura al primo posto, Argentina, Giappone, Spagna, Brasile e Regno Unito sono altri Paesi in cui il mito di Rita Pavone si impone: nella terra di Albione soprattutto grazie a You only you, che le spalanca tra l’altro le porte di programmi tv in cui compare al fianco di Cilla Black e Tom Jones, con la Bbc che le dedica addirittura uno speciale chiamato “Segni personali: lentiggini”.

Il matrimonio con Teddy Reno del 1968, tuttavia, pare produrre un effetto piuttosto destabilizzante rispetto alla carriera della Pavone: da adolescente sbarazzina ma rassicurante, diventa una giovane donna che si unisce in matrimonio a un uomo più vecchio di lei e già sposato. Complice l’interesse della stampa scandalistica, che riporta le vicende relative alla separazione dei suoi genitori, il personaggio di Rita appare in discussione.

Lasciata la RCA, la cantante approda alla Ricordi, con cui incide canzoni per bambini che passano inosservate. Nel 1969 arriva al Festival di Sanremo, ma il suo brano, Zucchero, non supera il tredicesimo posto. Diventata mamma di Alessandro, suo primogenito, Rita viene imitata da Sandra Mondaini a Canzonissima, mentre suo marito non gradisce l’imitazione a Doppia coppia di Alighiero Noschese. Anche per questo motivo, le sue apparizioni in tv si diradano.

Anni Settanta e Ottanta

Il rilancio arriva negli anni Settanta, con i brani Finalmente libera (cover di Free again di Barbra Streisand) e con Ciao Rita, speciale sul piccolo schermo in cui l’artista canta, presenta, imita e balla. Partecipa, con La suggestione (scritta da Baglioni), a Canzonissima, e torna a Sanremo nel 1972 con Amici mai. La seconda metà del decennio regala successi come …E zitto zitto e My name is Potato, sigla della trasmissione con Carlo Dapporto Rita ed io. Molto più sfortunata la partecipazione a Che combinazione, show in onda sul secondo canale in prima serata, a causa dello scarso feeling con l’altro conduttore Gianni Cavina: il programma, comunque, guadagna dodici milioni di spettatori di media e si avvale delle sigle Mettiti con me e Prendimi, realizzate dalla stessa Pavone.


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Negli anni Ottanta, la cantante insiste sul proprio ruolo di cantautrice con Rita e l’Anonima Ragazzi e Dimensione donna, mentre la sua canzone Finito diventa la sigla di Sassaricando, soap opera in onda in Brasile su Tv Globo. Nel 1989 esce Gemma e le altre, il suo ultimo disco di inediti. Da quel momento, Rita si gode un meritato riposo, alternato a numerose partecipazioni teatrali: veste i panni di Maria nella “XII Notte” di William Shakespeare, al fianco di Renzo Montagnani e Franco Branciaroli nel 1995, e di Gelsomina ne La strada, al fianco di Fabio Testi nel 1999.

Gli anni Duemila

Nel giugno del 2000 e del 2001 fu tra i protagonisti, su Canale 5, del varietà musicale I ragazzi irresistibili, insieme con Maurizio Vandelli, Adriano Pappalardo e Little Tony, con i quali celebrò alcuni dei più importanti brani entrati nella storia della musica leggera dagli anni Sessanta in poi.


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Il 1º gennaio 2006 durante la trasmissione di RAI1 L’anno che verrà, ha reso ufficiale la scelta di ritirarsi a vita privata dopo aver cantato per l’ultima volta in pubblico. Nel marzo 2006 si è candidata alle elezioni per il Senato, Circoscrizione Estero (infatti, come Mina, anche Rita Pavone risiede con la famiglia in Svizzera e ha la cittadinanza elvetica da molti anni) nella lista Per l’Italia nel Mondo di Mirko Tremaglia, senza però essere eletta.

Gli anni duemiladieci

Rita Pavone sulla sinistra, Ferruccio Merk Ricordi (Teddy Reno) al centro e il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza sulla destra durante la consegna del Sigillo trecentesco (25 ottobre 2016)
Il 6 ottobre 2010 è stata ospite in un concerto romano di Renato Zero in occasione dei suoi 60 anni. In quell’occasione ha cantato insieme con Zero alcuni dei suoi successi.

La sua intera performance è stata poi inserita nel DVD pubblicato dallo stesso Renato Zero. Sempre nel 2010 è presente come ospite nel nuovo cd di duetti di Dario Gay, Ognuno ha tanta storia, eseguendo insieme con lui il brano Domani è primavera.


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Il 27 dicembre 2011, a Capri, nel corso della 16ª edizione dell’Hollywood International Film Festival, insieme con il premio Oscar Ben Kingsley e il coreografo Lindsay Kemp, ha ricevuto il premio Capri Legend Award 2011. L’evento, prodotto da Pascal Vicedomini, ha come presidente onorario Lina Wertmüller e come vice presidente Tony Renis.

Due anni dopo è tornata alla musica dopo ventiquattro anni dall’ultimo album in studio e dopo sette anni dal suo addio alle scene pubblicando il doppio album Masters, anticipato dal singolo I Want You With Me, cover di un brano portato al successo da Elvis Presley.

Nel maggio 2014 ha intrapreso il tour Rita is Back!, esibendosi dal vivo in sei concerti teatrali. Due anni dopo è stata tra i concorrenti dell’undicesima edizione del talent show Ballando con le stelle; balla in coppia con il maestro Simone Di Pasquale, arrivando fino in finale e classificandosi al terzo posto.

Gli anni duemilaventi


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Rita Pavone al Festival di Sanremo 2020.

Il 6 gennaio 2020 è stata annunciata la sua partecipazione, dopo ben 48 anni dall’ultima volta, al Festival di Sanremo, dove nella prima serata presenta il brano Niente (Resilienza 74), composto dal figlio Giorgio Merk. Nella gara canora si classifica al diciassettesimo posto. Il 28 febbraio viene pubblicato il doppio album RaRità in formato CD e il 15 maggio esce anche in formato LP in versione limitata.

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