CronacaPolitica

Addio a Gianfranco Spadaccia, giornalista e storico leader radicale

Fu tra i fondatori del Partito Radicale con Pannella con cui condivise le grandi battaglie per i diritti civili

È morto a Roma nella giornata odierna, domenica 25 settembre 2022, Gianfranco Spadaccia: giornalista e leader storico del Partito Radicale di cui fu segretario. L’uomo scompare a soli 87 anni: è stato caporedattore dell’Agi.

Lutto a Roma, è morto Gianfranco Spadaccia

Nato nella Capitale il 28 febbraio del 1935, era laureato in giurisprudenza: è stato il caporedattore dell’Agi e collaboratore di varie riviste. In politica, entrò a far parte prima del Partito Socialista Democratico Italiano per poi sposare la causa radicale. Nel 1955 partecipa, quindi, alla fondazione del Partito Radicale assicurando la continuità al partito dopo la crisi del 1962.

La carriera

L’impegno costante e appassionato, lo ha portato a diventare dal 1967 al 1976 direttamente segretario del Partito Radicale. In quegli anni è stato anche presidente del consiglio federale.

Era contro la legge italiana che vietava l’aborto, nel 1975 fu anche arrestato per disobbedienza civile organizzata dal CISA. Il suo impegno politico si è distinto negli anni ’80 su temi cruciali come la fame nel mondo, il sottosviluppo, la desertificazione e l’attuazione della riforma carceraria. Negli anni successivi ha sostenuto le iniziative contro i crimini contro l’umanità.

Le nuove elezioni europee

Ha partecipato al XVI Congresso dei Radicali Italiani, supportando la continuazione della lista +Europa di cui diventa presidente.

Candidato con questo partito alle successive elezioni europee, raccoglie solo 913 voti e la lista non supera il 4% lasciando la carica a Bruno Tabacci.

Rutelli: “Lascia un’eredità di libertà”

“Il simbolo della storia del Partito Radicale e del riformismo italiano ci ha lasciati. Voglio ricordarlo con questa foto, a un tavolino radicale: si vede anche Ada Rossi, la vedova del grande Ernesto, venuta a firmare per i referendum. Con Gianfranco ci siamo tenuti per la mano, assieme alla sua amata moglie Marina, nella casa di Monteverde, in segno di fraternità, nelle ultime ore della sua vita. La sua è un’eredità di libertà, battaglie, e responsabilità”. Lo scrive Francesco Rutelli sulla sua pagina Facebook.

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