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Sabrina Impacciatore sulle molestie sul set: “In Italia le mani andavano dappertutto. Una volta piansi”

Sabrina Impacciatore, ormai star Hollywoodiana, ha parlato delle molestie ricevute sul set e delle differenze che ha notato tra l’Usa e l’Italia. L’attrice, dopo The White Lotus, ha finalmente ricevuto il successo che merita. Ecco cosa ha detto.

Sabrina Impacciatore sulle molestie sul set: “Una volta piansi”

Dopo The White Lotus Hollywood e gli Stati Uniti la amano. Infatti sta girando un film, “un thriller action di Patricia Riggen con Viola Davis, G 20, dove sono la presidente del Fondo monetario internazionale“. Un successo dopo l’altro che però non l’ha cambiata. Sempre esuberante, con la battuta pronta e soprattutto sincera in ciò che dice e nelle sue reazioni.

Su Sky la puntata di maggior successo della nuova stagione di Call my agent è stata proprio quella con Sabrina Impacciatore che è attesa come madrina la Festival di Venezia:

Sono io al 100 percento. Mi sono divertita ad immaginare quello che mi sarebbe potuto succedere e ho inventato delle gag: il fuso orario, gli inglesismi nel parlare quando si torna dagli Usa; li avevo sempre ritenuti un’ostentazione ridicola e invece ci si abitua e succedono davvero, anch’io ne sono vittima. Il direttore Alberto Barbera, a cui non riuscivo a dare del tu, nella scena mi accoglie in modo così naturale che non mi sembrava di recitare.

E ricordando il successo di The White Lotus non può che essere soddisfatta nonostante non abbia vinto il premio. “Sono stata la prima attrice italiana candidata agli Emmy, a 55 anni e non a 20, nel mezzo del cammin della mia vita, che è tutta strana. Il capo della mia agenzia in USA mi ha detto: ci farai fare un sacco di soldi. Mi sono sentita insostituibile, vogliono me e non un’altra. E ho gridato dentro di me: Yes!“.

Negli Usa lei sta lavorando molto ed è quindi impossibile non fare paragoni con l’Italia. Il mondo del cinema è cambiato moltissimo negli States. E adesso, dopo il Me too, sul set c’è l’intimacy coordinator ovvero il professionista, o la professionista, che entra in campo nel momento in cui ci sono scene intime.

All’inizio mi sembrava surreale ed esagerato, invece benedico che ci sia. In White Lotus ho una scena saffica, mi hanno chiesto dove volevo essere toccata spiegandomi inquadratura dopo inquadratura. Figurati, venivo dall’Italia dove tanti colleghi mi mettevano le mani dappertutto, fuori set ne ho contati almeno quattro, e due con i professori a scuola. Confesso di aver sempre subìto in silenzio. Una volta però gli occhi mi si riempirono di lacrime e quello la smise.

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