Economia

Partono i saldi invernali, in calo la spesa media per le famiglie: i dati

Al via da oggi alla stagione dei saldi invernali. La stagione degli sconti si apre in Basilicata, Sicilia e Valle d’Aosta, mentre nelle altre regioni inizierà il 4 o il 5 gennaio. L’Onf, Osservatorio Nazionale Federconsumatori, stima che oltre 9 milioni di famiglie, quindi il 38% del totale, effettueranno acquisti approfittando delle promozioni, con un andamento delle vendite in diminuzione del -1,3% rispetto allo scorso anno. La spesa media ammonterà a 179,20 euro per ogni famiglia.

Saldi invernali, i dati

La flessione è imputabile soprattutto agli acquisti effettuati in occasione del Black Friday, visto che quest’anno sono stati in molti ad approfittare degli sconti applicati nell’ultimo venerdì di novembre. Coloro i quali abbiano intenzione di effettuare acquisti approfittando dei saldi devono comunque tenere a mente alcune raccomandazioni importanti: il rischio di incorrere in un inganno purtroppo è sempre dietro l’angolo e la possibilità che le promozioni si rivelino decisamente poco vantaggiose è concreta.

Prezzi

L’articolo 15 del D.Lgs. n. 114/98 dispone che il cartellino debba indicare sia il prezzo “pieno” che quello ridotto nonché la percentuale di sconto. Per evitare che i potenziali clienti possano confondere la merce in saldo con gli altri articoli in vendita sarebbe inoltre utile separare le due tipologie di prodotto. Lo sconto riportato sul cartellino è quello che l’esercente è tenuto ad applicare quindi, nel caso in cui alla cassa venga chiesto il pagamento di una cifra differente, è opportuno farlo presente al negoziante.

Qualora si presentino difficoltà non esitare a rivolgersi alla Polizia Municipale. La normativa vigente obbliga gli esercizi commerciali a garantire ai clienti il pagamento tramite pos, quindi con carta di credito o bancomat. Nel caso in cui l’esercente non consenta tale opzione di pagamento, è possibile segnalare l’episodio alla Guardia di Finanza. In linea di massima è preferibile evitare di acquistare nei punti vendita che non espongano entrambi i prezzi (quello pieno e quello scontato) e la percentuale di sconto nonché diffidare delle offerte eccessivamente vantaggiose (pari o superiori al 60%), dietro a cui potrebbe nascondersi un tentativo di truffa o un prodotto contraffatto.

Prove e cambi

I punti vendita non sono tenuti per legge a permettere la prova dei capi di abbigliamento prima dell’acquisto così come, in assenza di vizi o difetti, consentire il cambio del prodotto è rimessa alla discrezionalità del commerciante. Nel caso in cui il negoziante lo consenta, è quindi sempre meglio provare l’articolo e, prima del pagamento, chiedere all’esercente termini e condizioni per l’eventuale possibilità di sostituzione. In ogni caso, Federconsumatori consiglia di diffidare di quegli esercizi che non consentono di provare i capi, potrebbe essere indice di mancata trasparenza. È buona norma evitare di acquistare prodotti la cui etichetta non indichi, oltre alla composizione, anche le modalità di manutenzione: si eviteranno così spiacevoli incidenti nelle operazioni di lavaggio.

Garanzie

Se da una parte il negoziante non è tenuto a per legge a sostituire un prodotto integro, la situazione cambia radicalmente in caso di prodotto difettoso. Il D.Lgs. n. 24/2002 stabilisce che un periodo di garanzia di due anni per i prodotti nuovi e di un anno per i beni usati, anche nel caso di merce acquistata a saldo: è quindi bene conservare lo scontrino (e possibilmente fotocopiarlo, considerando che le ricevute in carta chimica tendono a sbiadire dopo pochi mesi) per chiedere al negoziante la sostituzione del prodotto difettoso e che comunque presenti un vizio di conformità, emerso entro i 24 mesi dall’acquisto, che ne pregiudichi l’utilizzo.

In alternativa alla sostituzione è possibile usufruire della riparazione o richiedere una riduzione proporzionale del prezzo o ancora scegliere la risoluzione del contratto. Da precisare che l’opzione scelta non deve risultare eccessivamente onerosa o oggettivamente impossibile per il venditore. Il bene deve essere conforme al contratto di vendita o comunque alle descrizioni rilasciate: nel caso in cui questo non avvenga, il cliente può chiedere il rimborso del prezzo pagato.

Acquisti online

A differenza di quanto accade per gli acquisti effettuati direttamente nei negozi, nel caso dello shopping online non è sempre possibile consultare tutte le informazioni relative al prodotto. E’ pertanto opportuno controllare con attenzione la completezza e l’esaustività della descrizione e la buona qualità delle immagini disponibili per inquadrare il prodotto nel suo complesso. Proprio tenendo in considerazione l’impossibilità di verificare fisicamente le condizioni e la qualità dei prodotti, il Codice del Consumo prevede particolari tutele per gli acquisti online e a distanza: è il caso ad esempio del diritto di recesso che, come già precisato, non sussiste per gli articoli comprati nei locali commerciali.

L’utente ha 14 giorni di tempo a partire dal momento della consegna per restituire il prodotto e richiedere il rimborso totale dell’importo pagato. Ad ogni modo è preferibile consultare sul sito scelto le indicazioni relative al diritto di recesso. Nel caso in cui l’acquisto non avvenga dal sito dell’azienda ma attraverso un’altra piattaforma, è necessario verificare l’affidabilità dell’intermediario e la provenienza della merce. Per garantire la sicurezza dei pagamenti, siano essi effettuati tramite carta di credito, carta di debito, bonifico o altri mezzi, è importante utilizzare una connessione protetta, controllare che l’indirizzo del sito web sia preceduto da Https (e non da Http) e verificare la presenza, in basso a destra nella pagina della transazione, la presenza dell’immagine di un lucchetto. Federconsumatori ricorda infine che tutti i siti sono tenuti a riportare l’informativa sulla privacy e sul trattamento dei dati personali.

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