ACERNO. La giunta comunale di Acerno con delibera numero 62/2014 ha voluto intitolare via Murge al dottor Giuseppe Cuozzo. Nato ad Acerno il 13 gennaio 1908 ed ivi deceduto il 25 marzo 1996, si è laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Napoli nel 1933. L’anno successivo, a soli 26 anni, il dottor Cuozzo comincia la professione di medico nelle forme di rito. L’intitolazione al dottor Cuozzo, di una strada, oltre ad essere un omaggio al professionista che ha prestato servizio ininterrottamente per quasi mezzo secolo nel comune di Acerno come medico di famiglia e come ufficiale sanitario, vuole essere anche la testimonianza della gratitudine dei cittadini di Acerno verso l’uomo. Il dottor Giuseppe Cuozzo, infatti, è stato per i suoi pazienti anche un importante punto di riferimento nei momenti difficili. In particolare durante il periodo del terremoto del 1980 la sua umanità e saggezza hanno aiutato tante persone a ritrovare coraggio e forza d’animo. La cerimonia di intitolazione si svolgerà sabato 25 ottobre dalle ore 10,00 presso l’aula consiliare di via Rimembranza. All’incontro interverranno: Vito Sansone, sindaco di Acerno; Alfredo Vece, responsabile Cri gruppo di Acerno; Giuseppe Bottiglieri, pediatra e collega del dottor Cuozzo; Monsignor Andrea Cerrone, storico e già parroco di Acerno; Michele Acanfora, nipote del compianto dottor Cuozzo e Salvatore Telese, presidente associazione musicale “Juppa Vitale”. Alla cerimonia parteciperanno: il corpo bandistico “Juppa Vitale” e gli studenti del locale istituto comprensivo, i quali leggeranno un testo redatto dall’ex sindaco Michele Giannattasio e dedicato alla nobile figura del dottor Cuozzo. «L’intitolazione di una strada al dottor Cuozzo, – ha dichiarato il sindaco Vito Sansone – richiama il senso dell’appartenenza a questa identità montana. La figura di questo uomo compendia in modo positivo le caratteristiche fondamentali di Acerno: intelligenza, sentimento forte per le proprie radici, professionalità e dedizione. Il dottor Cuozzo – conclude il primo cittadino – poteva aspirare a ricoprire importanti ruoli di primo piano in strutture sanitarie e universitarie sia a livello nazionale che internazionale, invece è rimasto a vivere in paese e prendersi cura dei propri concittadini».