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Alla biblioteca comunale di Nocera Superiore la presentazione dell’ultimo libro di Diego De Silva

Il Punto Einaudi e il comune di Nocera Superiore, in collaborazione con il Club dei lettori di Cava e le associazioni Fedora e Rosa Aliberti, , sono lieti di comunicarvi che venerdì 20 novembre alle ore 19,30 in biblioteca comunale di Nocera Superiore via S.Clemente si terrà la presentazione dell’ultimo libro di Diego De Silva:

Terapia di coppia per amanti
Saluti
Giovanni Maria Cuofano, sindaco di Nocera Superiore
Claudio Bartiromo, responsabile Einaudi
Teobaldo Fortunato, assessore all’ estetica e la bellezza del comune di Nocera Superiore
Dialogano con l’autore
Giuseppe Gentile e Gennaro Carillo
Letture a cura di
Antonio Grimaldi e Ada Perazzi

Terapia di coppia per amanti è un romanzo a due voci, maschile e femminile, che si alternano a raccontare la loro storia mentre la vivono, perché «ci sono fasi dell’amore in cui la realtà diventa un punto di vista, generalmente quello di chi lo impone». Due adulti sposati (non tra loro) che si ritrovano uniti da una passione incontrollabile e da un amore coriaceo, particolarmente resistente alle intemperie. Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha un notevole talento per i discorsi intorcinati. Modesto è meno chic, decisamente più sboccato e sbrigativo nella formulazione dei concetti, ma abilissimo nell’autoassoluzione. Spara battute a sproposito per svicolare, e fa pure ridere. Moderatamente vigliacco, aspirerebbe alla prosecuzione a tempo indeterminato della doppia vita piuttosto che a un secondo matrimonio, visto che già il suo non è che gli piaccia granché. È nella crucialità del dilemma che Viviana trascina Modesto dall’analista, cercando una possibilità di salvezza per il loro rapporto ormai esasperato da conflitti e lacerazioni continue. Il dottore è spiazzato nel trovarsi di fronte una coppia non ufficiale che non ha nulla da perdere al di là del proprio amore. Accetterà l’incarico per questa ragione, trovandosi nel mezzo di una schermaglia drammatica e ridicola insieme, e rischiando di perdere la lucidità professionale. Tenero e cinico, divagante, vero, capace di usare la leggerezza come arma contundente, Terapia di coppia per amanti è un’immersione nelle complicazioni dei sentimenti, nei conflitti che apriamo continuamente per la paura (che tutti conosciamo per averla provata almeno una volta) di affidarci all’amore e dargli mandato a cambiarci la vita.

«C’è un momento, diciamo intorno al primo anniversario di una relazione clandestina, in cui pieghi la testa di lato, stringi gli occhi come cercassi qualcosa di minuscolo che si muove nell’aria, e vedi in filigrana il casino in cui ti trovi. Questo è amore, ti dici senza mezzi termini, altro che chiacchiere».

Amarsi, che paura. Gli eterni dilemmi della coppia visti da Diego De Silva
Lui lascia la moglie. Lei non lascia il marito. Si desiderano, ma soffrono. E’ la trama di “Terapia di coppia per amanti”, il nuovo romanzo dello scrittore napoletano, di cui qui vi presentiamo un brano:
Amarsi, che paura. Gli eterni dilemmi della coppia visti da Diego De Silva
Lo so che appena usciremo di qui Viviana vorrà commentare tutta la seduta minuto per minuto. Non faremo in tempo ad arrivare all’ascensore che già sarà partita l’analisi dell’analisi, e la prospettiva mi abbatte come una telefonata del commercialista. Vivi ama parlare, e soprattutto riparlare. Non c’è frase che ti abbia sentito dire, anche due o tre anni prima, che non sia capace di ripeterti parola per parola, battendo cassa sulle tue responsabilità. Figurarsi adesso che è fresca fresca. Vorrà ripercorrere ogni passaggio, ogni pausa, ogni silenzio della seduta. Reciterà ogni perla di saggezza di quel chitarrista frustrato di Malavolta, la riadatterà e la sistemerà in una presunta geometria di cognizioni che la convincerà di aver capito chissà cosa che prima non sapeva.
Mi chiederà se penso che abbiamo fatto bene a venire, e sarà ovviamente una domanda retorica, perché se provassi a rispondere di no, mi accuserebbe di boicottaggio precoce. Mi dirà che forse è solo un’impressione ma le pare di sentirsi già meglio, di vederci più chiaramente, di non aver voglia di darmi addosso per partito preso. Mi dirà che ha molto apprezzato la mia ultima domanda, e leggerà in quella (ma soprattutto nella mia successiva scena muta), la prova di una mia spontanea adesione alla terapia, quasi che interrogandola così bruscamente sulla nostra infelicità mi fossi concesso una franchezza di cui non sarei stato capace fuori da quel patto di ammissioni reciproche; senza capire che ho fatto esattamente il contrario. Che rivolgendole una domanda così diretta le ho chiesto di parlare con me, e non davanti a un altro. Che se invece di darmi quella risposta cretina (nella forma, e dunque anche nella sostanza) si fosse dichiarata infelice (magari aggiungendo di averlo scoperto solo mentre il sì le usciva di bocca), le avrei detto Andiamo via di qui, Vivi. Andiamocene e facciamo da noi. Dimmi che ti rendo infelice, dimmi questo e piantiamolo davvero, un bel casino.

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