Cronaca Salerno, Salerno

Cava abusiva, crolli e rifiuti a Montecorvino Pugliano: diventano definitive le condanne per 3 imputati

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La cava abusiva - Foto de La Città

Cava abusiva, crolli e rifiuti a Montecorvino Pugliano: diventano definitive le condanne per tre imputati. La Corte di Cassazione respinge i ricorsi degli imprenditori Rizzo, del marito Picentino e di Marchesano: l’Arcidiocesi deve essere risarcita. Lo riporta l’odierna edizione de La Città.

Cava abusiva, crolli e rifiuti a Montecorvino Pugliano: le condanne

Sigilli, cava abusiva, gestione illecita dei rifiuti e crolli: si conclude così una lunga battaglia legale. La Terza sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta dal giudice Luca Ramacci e con relatore Alessandro Maria Andronio, ha messo la parola fine a una vicenda che ha avuto inizio 17 anni fa, con il primo sequestro della cava avvenuto nel 2008.

I giudici della Corte Suprema hanno dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dagli imputati, confermando così le condanne emesse dal Tribunale di Salerno nel 2022 e successivamente confermate dalla Corte d’Appello di Salerno poco più di un anno fa. Gli imprenditori di Pontecagnano, Teresa Rizzo, Giuseppe Picentino e Pietro Marchesano, sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, di gestione illecita di rifiuti, inclusi quelli speciali, e di un crollo colposo che ha messo a rischio la sicurezza pubblica.

La sentenza definitiva è stata pronunciata alla fine di ottobre, e nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha reso note le motivazioni, ponendo fine a una vicenda giudiziaria che si è protratta per oltre 17 anni. Al centro del processo vi erano le attività della Carpa Costruzioni, un’azienda operante nella cava Colle Barone, situata nel territorio di Montecorvino Pugliano, vicino all’omonima discarica.

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