Cronaca Salerno, Salerno

Eboli, sul web spopola la storia di Antonella: costretta a chiudere la lavanderia, non si è arresa

Spopola sul web la storia di Antonella, 35enne di Eboli e proprietaria di una nota lavanderia. Una storia che inizia nel 2011 e raccontata dal giornalista Carmelo Abbate sul portale “Storie degli altri”. 

Eboli, la storia di Antonella e della sua lavanderia spopola sul web

“Lei è Antonella”. Inizia così il racconto di Carmela Abbate che prosegue: “Vive ad Eboli. È sposata, ha una bambina piccola, e sta cercando lavoro. È il 2011. Ha 35 anni. Le propongono un grande affare, acquistare una lavanderia. Antonella accetta. Non è l’attività dei suoi sogni, ma il lavoro è lavoro. Investe parecchi soldi e si rimbocca le maniche. Si alza alle cinque del mattino, sta in negozio tutto il giorno, rincasa la sera alle nove. Rinuncia a vacanze, uscite, anche alla gioia di vedere crescere la sua bambina, pur di far quadrare i conti. Passano gli anni. Antonella divorzia. La lavanderia si rivela un buco nell’acqua. I macchinari sono vecchi, bisogna comprarne di nuovi, ma lei è sola, con una figlia da crescere e due affitti da pagare. Si tappa il naso, si fa trattare peggio di una sguattera pur di non perdere un cliente e mettere il piatto in tavola. La sera rientra a casa e si sente uno schifo”.

Il lieto fine

“Non riesce a prendere sonno. Si ritrova in cucina, tira fuori le pentole, accende il fuoco e cucina. Quando alza la testa, è l’alba. Antonella non ha chiuso occhio, ma per la prima volta si sente viva. Passa la giornata in lavanderia a girarsi i pollici, la notte rinasce dietro i fornelli. Prepara diversi piatti, come se avesse un esercito da sfamare, li distribuisce ad amici e familiari, che ci prendono gusto, e avanzano richieste. Mi fai questo? Mi prepari quello? Antonella dice sì a tutti. Quell’attività notturna è il suo sfogo, la sua gioia. Intanto in negozio gli affari vanno sempre peggio, la crisi la mette in ginocchio, il Covid le dà il colpo di grazia.

Antonella è costretta a chiudere. Si sente una fallita. Ha 45 anni e deve ricominciare da capo. Qualcuno le consiglia di farsi furba. Cucina, vendi i tuoi piatti in nero, e intanto fai domanda per il reddito di cittadinanza. Hai una figlia, l’affitto, sei separata, ti daranno il massimo. Antonella non ci pensa nemmeno. Vuole alzarsi la mattina per andare al lavoro, è una questione di dignità. Non sa dove la porterà questa nuova passione, ma si è rimessa in gioco, ed è determinata ad arrivare fino in fondo”.

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