Presente all’ aperitivo di apertura della stagione teatrale del Cineteatro Edoardo De Filippo ad Agropoli, il giornalista e telecronista sportivo Federico Buffa ci ha parlato del suo spettacolo teatrale “Il rigore che non c’era” per la regia di Marco Caronna.
Buffa ha rivelato al pubblico di essere rimasto colpito dalla particolarità dei volti che aveva dinanzi a se, visi originali, diversi anzi differenti, che ispirano, e ha fatto un’interessante premessa sul senso dell’andare a teatro. -“Al teatro, dice, nel 2018 si va ad esempio per tenere in vita ciò che è stato scritto 100 anni fa e che vale adesso, si va a teatro perché il teatro è lento, è legato alla parola, è faticoso, e quindi è tutto ciò che ci rimane”.- Buffa evidenzia come in una realtà in cui tutto scorre, anzi corre fin troppo velocemente, il teatro sia per questo tutto ciò che ci rimane. Continua dicendo :-” Io non sono e non voglio essere un attore perché non posso neanche esserlo, ma qualche anno fa mi è stato proposto di portare in teatro un nuovo modo di comunicare.
E pur non essendo un attore e non essendo pronto, questo era uno dei sogni della mia vita perché da piccolo mio padre, quando la domenica non giocava il Milan, mi portava agli ingressi dei teatri milanesi degli anni Settanta. Io non capivo niente. Ma mio padre diceva che non aveva importanza capire ma dovevo accettare l’idea di quello che stavo sentendo, guardare come gli attori respirano, si muovono, le parole che dicono.
Poi un giorno mi porto’ ad uno spettacolo fuori Milano. Andammo al Sannazzaro di Napoli a vedere “Il morto sta bene in salute” ed io vi dico che ad oggi non mi sono mai divertito così tanto ad uno spettacolo teatrale come in quello in cui Pietro De Vico faceva Scannapieco. E se a distanza di tanti anni io sto qui a raccontare di quella giornata è perché io vorrei che una quindicenne di oggi potesse ascoltare qualcosa che si può vivere solo a teatro. Perché in tv le immagini sono veloci, perché se leggi sul cellulare e non hai la connessione non puoi neanche finire di leggere, invece a teatro l’idea è che si possa fermare il battito cardiaco per qualche secondo per stare a “sentire” ciò che stai ascoltando”.-