Sette richieste di condanna, una di assoluzione e in aggiunta anche il decadimento dell’associazione criminale di stampo mafioso. Sono queste alcune delle richieste da parte della Procura di Potenza per gli otto imputati del processo Shamar scaturito dall’inchiesta sui presunti sversamenti nel Vallo di Diano.
Idrocarburi smaltiti illegalmente nei campi, chieste sette condanne
Sette richieste di condanna, una di assoluzione e, in aggiunta, la richiesta di dichiarare il decadimento dell’associazione criminale di tipo mafioso. Queste sono alcune delle istanze presentate dalla Procura di Potenza riguardanti gli otto imputati nel processo Shamar, originato dall’inchiesta sugli presunti sversamenti nel Vallo di Diano. Nella nuova udienza, che ha visto la requisitoria dell’accusa, il procedimento riguardante gli illeciti smaltimenti di rifiuti è arrivato a un momento cruciale.
Coinvolte otto persone, tra cui il noto “Re Mida” dei rifiuti Luigi Cardiello, i fatti risalgono al 2019 e sono stati rivelati da un’inchiesta della Dda di Potenza, in collaborazione con i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina, avvenuta tra Atena Lucana e Sant’Arsenio. Con la conclusione della fase dibattimentale, il pubblico ministero Vincenzo Montemurro ha formalizzato le domande di condanna o assoluzione per ciascun imputato.
Le accuse
L’accusa di associazione di tipo mafioso è stata dichiarata non valida. Questa dichiarazione è stata rilasciata dallo stesso procuratore, il quale ha richiesto l’assoluzione per questo specifico capo d’imputazione. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di inquinamento ambientale per aver sversato negli terreni di Atena Lucana degli idrocarburi derivanti dalla pulizia di attrezzature industriali. Per Luigi Cardiello sono stati richiesti 7 anni di carcere e 75mila euro di multa.
Per Gianluigi Cardiello e Pasquale Quagliano, la richiesta è di 6 anni di reclusione e 50mila euro di multa. Per gli imprenditori Francesco e Raffaele Pinto, il pubblico ministero ha chiesto 4 anni di carcere e 100mila euro di multa. Mentre per Simone Nisi e Vincenzo Langone la richiesta è di 2 anni di reclusione e una multa di 25mila euro per ciascuno. Infine, è stata richiesta l’assoluzione per Giovanni Cardiello. Le parti civili, ovvero i Comuni di Atena Lucana, Sant’Arsenio e Legambiente, rappresentate dagli avvocati Camillo Celebrano e Teresa Lopardo, hanno presentato le loro osservazioni finali e si sono associate alle richieste di condanna formulate dal pubblico ministero.
Gli sviluppi del caso
La prossima udienza nel Tribunale di Lagonegro è fissata per il 5 dicembre quando la parola passa alla difesa. La sentenza dovrebbe arrivare a febbraio del prossimo anno. Secondo quanto emerso nel corso dell’inchiesta ciò che era stato sversato o interrato in alcuni bidoni era idrocarburo leggero. “Così ho fatto scoprire e bloccare gli sversamenti di rifiuti nel Vallo di Diano“. A dirlo era stato uno degli otto imputati del processo Shamar in Tribunale. Si tratta di Giovanni Cardiello che, nella sua testimonianza, ha affermato di essere stato “l’agente provocatore”, colui che avrebbe permesso ai carabinieri della Compagnia di Sala Consilina di intervenire e mettere sotto sequestro le cisterne rimanenti. Per lui è arrivata la richiesta di assoluzione.