Prosegue il processo per i costi di sepoltura e tumulazione al cimitero di Angri. I due ex custodi, sospesi a seguito dell’indagine della procura di Nocera Inferiore, hanno scelto il silenzio dinanzi al gip. Su di loro pendono le accuse di falso ideologico, abuso d’ufficio e violazione di sepolcro.
Le indagini sui costi di sepoltura al cimitero di Angri
I documenti falsi venivano consegnati agli uffici comunali. I suddetti documenti attestavano che la persona da seppellire fosse residente in un comune diverso da quello in cui era deceduto. Dunque – come riporta SalernoToday – capitava che una persona residente a Sant’Egidio, lo fosse invece ad Angri, in modo che la famiglia poteva risparmiare sui costi nel seppellire il proprio caro nel cimitero della stessa città.
Il sistema
Secondo la procura il sistema era stato ideato da due custodi del cimitero di Angri, indagati insieme ad altre 16 persone. L’inchiesta era partita dopo il decesso di un ragazzo di 19 anni di Angri.
I provvedimenti
In cinque invece sono stati raggiunti da ordinanza di misura cautelare, per i quali il gip del tribunale di Nocera Inferiore aveva disposto l’interdizione dai pubblici uffici e il divieto di dimora nella provincia di Salerno. Tre degli indagati, raggiunti dal divieto di dimora, secondo l’accusa avevano organizzato un traffico di sostanze stupefacenti nell’Agro nocerino.