Molti i divieti di gioco all’aperto ancora in vigore in molti comuni. Solo nelle città principali è stato cancellato il divieto di gioco, come da Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. E su Supereva si parla anche di Battipaglia.
Si legge sul portale: addirittura, come nel caso di Battipaglia, di “giocare a bocce, tamburello, cerchietti, biglie con birilli, pena un’ammenda che varia da 6 a 20mila lire”. Esatto, proprio lire: perché alcuni divieti sono datatati, risalgono addirittura agli inizi del ‘900, eppure molti piccoli comuni non si sono adeguati al passare del tempo. Hanno adeguato solo le sanzioni.
Ad eccezione delle grandi città, come Roma, Torino, Milano dove il divieto di gioco in luogo pubblico è stato abolito, su riflesso della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Ma in tante altre piccole città italiane questi divieti ci sono ancora e prevedono multe salatissime.
Riporta Repubblica:
“A Ponzano Veneto, in provincia di Treviso, è vietato lanciarsi le palle di neve e pattinare sul ghiaccio. A Finale Ligure è vietato fare i cross con il pallone in piazza. A Livorno non ci si può arrampicare sugli alberi. A Monteriggioni, Siena, il Comune ruba addirittura il pallone ai bambini: se dai cortili privati rotola per la pubblica via, può essere “trattenuto per trenta giorni”, recita il regolamento. A Terni, ma anche a Pinerolo, vengono severamente proibite le fionde. A Palermo è vietato “assolutamente” qualsiasi gioco sul suolo pubblico, ma soprattutto non è consentito “pettinarsi” e “fare serenate”. A Piossasco, Torino, è vietato “fare sdruccioli sul ghiaccio”, mentre a Livorno non si può saltare alla corda, rincorrersi, darsi spinte, fare schiamazzi”.
Eppure, pediatri, specialisti e studi scientifici hanno dimostrato che giocare all’aria aperta è sano e istruttivo: stimola la creatività, aiuta la socializzazione, rafforza il sistema immunitario, aiuta i bambini a sviluppare il rispetto per gli altri essere viventi, promuove la risoluzione dei problemi.
Repubblica ha chiesto ai proprio lettori di segnalare e inviare al giornale i cartelli di divieti di gioco all’aria aperta ancora in vigore, così da sensibilizzare chi di dovere a seguire l’esempio di Roma, Torino, Milano e Genova, dove tra il 2005 e il 2013 hanno abolito ogni divieto.
Con la speranza che a breve l’esempio di Tagliacozzo, provincia dell’Aquila, sia esteso a tutta la Penisola. Lì hanno fatto stampare diciotto cartelli stradali, per il Comune e le sue frazioni: “Attenzione rallentare: in questo paese i bambini giocano ancora per la strada”.