Morso da un ragno, muore dopo tre mesi.
Era stato morso da un “ragno violino” mentre lavorava in un terreno a Capoterra, nell’hinterland di Cagliari. Una puntura minuscola che nel giro di tre mesi lo ha portato alla morte.
Un 45enne cagliaritano, Massimiliano Stara, è deceduto dopo un calvario durato tre mesi. La puntura del pericoloso ragno (assieme all’argia in Sardegna è uno dei più velenosi) gli ha prima consumato i tessuti delle gambe e dei muscoli, poi ha compromesso fegato, reni e polmoni.Dopo il ricovero in ospedale sembrava essersi ripreso, ma si è verificata una ricaduta.
Il ragno violino, Loxosceles rufescens, appartenente alla famiglia Sicariidae, è presente e diffuso anche in Sardegna ed è assieme alla vedova nera mediterranea (Latrodectus tredecimguttatus) una delle specie dal morso velenoso pericolose anche per l’uomo.
Il ragno violino presenta dimorfismo sessuale, con la femmina che ha il corpo lungo circa otto millimetri che con le lunghe e sottili zampe può arrivare sino a cinque centimetri, e il maschio che è un po’ più piccolo. L’animale è marroncino-giallognolo, non presenta striature e la peluria sul corpo è piuttosto limitata. La specie ha sei occhi contro gli otto della maggior parte degli altri ragni, e soprattutto presenta una macchia a forma di violino sul dorso alla quale si deve il suo nome comune. La macchia, tuttavia, non sempre ricorda con precisione quella del noto strumento musicale.
Non è un amante della luce, per questo la maggior parte dei morsi all’uomo avviene di notte. Vive in fori all’interno della corteccia degli alberi o sotto i sassi, ma non di rado si sposta all’interno delle abitazioni, passando attraverso intercapedini di porte e finestre o condotti d’aerazione. Una volta dentro casa diventa pericoloso poiché potrebbe infilarsi sotto le coperte del letto, in mezzo ai vestiti, negli scatoloni o dentro le scarpe.
Il ragno violino non è aggressivo, è piuttosto timido e tende a nascondersi o a scappare quando avvicinato dall’uomo. E’ pronto però a difendersi con il morso quando viene messo alle strette, perché magari schiacciato dal peso del corpo o infastidito con le mani o i piedi dentro un paio di scarpe.
Nel caso in cui si venisse morsi, bisogna essere doppiamente sfortunati per subire gli effetti del loxoscelismo, poiché si stima che il ragno inoculi il veleno solo nel 40 per cento dei casi. Anche il morso potrebbe non essere doloroso e molto spesso le vittime si accorgono in ritardo di essere entrate in contatto con l’animale, quando l’area colpita diventa pruriginosa e successivamente dolorosa.
La pelle si arrossa, emergono piccole bollicine e nei casi più seri si avvia il processo di necrosi dei tessuti, a causa della miscela di enzimi tossici che il ragno utilizza per ‘sciogliere’ le proprie prede dall’interno. Le lesioni necrotiche possono essere piuttosto estese e richiedere la rimozione del tessuto morto o addirittura l’amputazione dell’arto colpito.
Quando si viene morsi è importante rivolgersi al più presto al supporto sanitario.