Ritardi nelle procedure di esecuzione degli sfratti, così come nelle comunicazioni legali, in cambio di somme di denaro e altre forme di vantaggio. In due casi si sarebbero verificati anche rapporti intimi. Sono nove sono le condanne richieste ieri mattina dalla procura di Nocera Inferiore.
Sesso per evitare lo sfratto, l’ufficiale giudiziario rischia dieci anni
Ritardi nelle procedure di sfratto, così come nelle notifiche, in cambio di denaro e altre utilità. In due situazioni si sarebbe giunti anche a rapporti sessuali. Nove sono le condanne richieste ieri mattina dalla procura di Nocera Inferiore, durante l’udienza preliminare, nei confronti di altrettanti imputati che hanno scelto di affrontare il processo tramite rito abbreviato. La pena più severa è stata richiesta per A.S., un ufficiale giudiziario di 65 anni accusato di violenza sessuale, concussione, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione in atti giudiziari.
Nel corso di una lunga requisitoria, il pm Marco Fiorillo, sottolineando la «funzione giudiziaria compromessa», ha sollecitato per il principale accusato una condanna a 10 anni e 6 mesi di reclusione. Per quattro degli avvocati coinvolti, le richieste di condanna oscillano tra i 4 e i 5 anni e qualche mese di detenzione. Per le altre quattro posizioni – comprendenti imprenditori e privati – la richiesta di pena è di 4 anni. Si prevede che la sentenza sarà emessa entro la fine dell’anno. Nel corso del procedimento, le restanti posizioni sono state stralciate, ma anche inviate a processo con un giudizio ordinario.
L’inchiesta si è svolta in un arco temporale che va da luglio a novembre 2022. Le indagini sul campo sono state condotte dai carabinieri del nucleo operativo di Nocera, tramite pedinamenti e intercettazioni. Secondo l’accusa, l’ufficiale giudiziario – attualmente agli arresti domiciliari dopo un periodo in carcere – avrebbe offerto di ritardare un ordine di sfratto e un atto di pignoramento, in cambio di favori e relazioni di natura sessuale, richieste da due donne.
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È stata proprio la denuncia di una delle due donne a spingere la procura ad avviare un’inchiesta. Secondo le contestazioni, l’uomo avrebbe sfruttato le gravi difficoltà economiche e sociali in cui si trovavano le due. Inoltre, avrebbe estorto denaro da vari avvocati, imprenditori e cittadini, rivelando informazioni riservate e ritardando, falsificando o impedendo l’invio di notifiche di atti di diverso tipo. I fatti oggetto dell’inchiesta avrebbero avuto luogo tra Angri e Scafati, aree legate al lavoro del dipendente. L’imputato avrebbe ricevuto somme di denaro che variavano da 150 a 700 euro per procrastinare un’ordinanza di sfratto, così come per atti di notifica di citazioni in udienza, rinviando anche alcune procedure di pignoramento.
Tra gli episodi ricostruiti dalla procura, in un’occasione, l’uomo sarebbe stato compensato addirittura con due casse di pomodori. A.S. avrebbe trovato un clima favorevole per le sue richieste, potendo contare su quegli “accordi corruttivi” e sulla disponibilità di avvocati e parti private coinvolte nei vari processi legali, rispetto ai quali il 65enne esercitava le proprie funzioni. Oltre all’accusa, ha discusso ieri anche la parte civile. Nelle prossime udienze toccherà a tutti gli avvocati difensori, prima che si pronunci il Gup.