BATTIPAGLIA. L’Occhio di Salerno ha incontrato Rocco Mario Calabrese, direttore sanitario del presidio ospedaliero “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia:
Cosa prevede il Piano di rinnovamento ospedaliero relativo all’area del Sele?
– Il Decreto 49 resta il punto di riferimento. Questo avrebbe dovuto prevedere, infatti, la costruzione dell’ospedale unico della Piana del Sele, progetto che, al momento, è in stand by. Però, si potrebbe arrivare, di qui a breve, ad un accorpamento funzionale, almeno dei plessi che ricadono sul Sele, in particolare, di Eboli, di Battipaglia, di Oliveto Citra e di Roccadaspide. Già ci sono i prodomi di questo piano, tanto è vero che, attualmente, i plessi di Eboli e di Battipaglia, seppure abbiano ancora un badget separato, sono accomunati da una direzione sanitaria unica – ed è un caso che ci sia io -. Questo dato fa percepire che l’azienda si sta muovendo secondo questo tipo di programmazione sanitaria sull’area.
Quali sono, quindi, le ragioni della scelta di creare un unico polo ospedaliero? E, soprattutto, quali sono i benefici concreti che ne potrebbero trarre gli utenti?
– Potrà esserci una maggiore razionalizzazione dei posti letto e un miglior utilizzo degli stessi. In passato, questi plessi sono andati avanti anche con una serie di problematiche relative a ricoveri inappropriati. Quindi, si sta sempre più focalizzando l’attenzione sulla qualità dell’assistenza al paziente, tramite l’individuazione di percorsi assistenziali il più possibile idonei a salvaguardare la salute del paziente.
Si prevede, dunque, un miglioramento del rapporto tra la prestazione sanitari e la gestione del paziente?
– Si, esattamente. Ad esempio, riguardo ai plessi di Eboli e Battipaglia, posso dire che Battipaglia è sempre più specializzata sull’emergenza-urgenza e che, come da Decreto 49, è stato individuato il polo materno-infantile, della cui costituzione abbiamo già avuto i primi forti segnali perché su Battipaglia sono confluite tutte le attività ostetriche dell’area. Quindi, credo che, di qui a breve, Battipaglia diventerà un polo di riferimento provinciale fondamentale per quanto riguarda l’area materno-infantile.
Siamo, a questo punto, giunti al nocciolo della questione, costituito dalle proteste relative al trasferimento delle attrezzature dei reparti di ostetricia e pediatria da Eboli a Battipaglia e dalle conseguenti proteste che le mamme ebolitane hanno sollevato. Come si esprime in merito?
– Io vengo da Potenza, per cui non sono né di Eboli né di Battipaglia. Cerco solo di individuare, da tecnico, dei percorsi sanitari il più possibile corretti, secondo quelle che sono le linee di indirizzo dei vari Piani sanitari regionali. Credo sia stata una scelta opportuna, quella di trasferire tutte le attività di ostetricia da Eboli a Battipaglia. A Battipaglia abbiamo, infatti, un reparto di terapia intensiva neonatale di eccellenza assoluta a livello provinciale, per cui prevedere due punti nascita a 7 km di distanza l’uno dall’altro sarebbe stata una scelta non appropriata. Se la donna gravida ad Eboli, come è successo tante volte, aveva problemi relativi alla gravidanza – ad esempio nei casi di parti pretermine, oppure nei casi di qualunque altro tipo di problema che poteva sopraggiungere durante la gravidanza per cui si presentava necessario un parto d’urgenza o altro -, situazioni del genere venivano gestite post partum, trasferendo neonato e puerpera a Battipaglia oppure il neonato alla nostra terapia intensiva, qualora presentasse complicazioni.
In che modo può rassicurare, allora, le mamme ebolitane dinanzi alla prospettiva che non nasceranno più bambini a Eboli?-
– Tra qualche giorno attiveremo le sale operatorie dedicate, nel senso che l’ostetricia avrà un proprio gruppo operatorio con anestesista dedicato, per cui potremmo attivare anche dei percorsi di parto-analgesia, ovvero di parto indolore, grazie al quale avremo anche una riduzione cospicua dei cesari, che sono una vera piaga e che comportano una serie di problematiche. Di conseguenza, si tende sempre più ad incrementare la pratica del parto naturale, tramite dei supporti importanti e fondamentali come la parto-analgesia, il parto indolore.
Nella scelta di creare un unico polo, rientrano anche ragioni economiche, di risparmio?
– Non necessariamente. Che ci sia stata l’occasione per iniziare questo percorso, è un conto. Però, si tratta di un percorso che prima o poi andava fatto, altrimenti, così come sono questi plessi, se non si fosse caratterizzato uno di questi, avrebbero rischiato tutti di morire per inedia, a causa di varie carenze. Invece, ottimizzando i percorsi e dando delle mission specifiche ai vari ospedali, si può arrivare veramente ad una buona qualità dell’assistenza. Si sa che la qualità c’è dove ci sono i numeri maggiori, quindi, un conto è vedere 500 casi e un conto è vederne 2000. Già questo deve essere un elemento indicativo. Ci tengo a precisare, inoltre, che quello di pediatria a Battipaglia è un reparto che garantisce il trattamento di patologie croniche che si acutizzano. Ormai, anche la broncopolmonite, nelle forme più lievi, dovrebbe essere trattata dal pediatra di libera scelta. In passato, a Eboli ci sono state una serie di inappropriatezze, anche nei ricoveri presso l’ospedale di Eboli. Quest’ultimo era diventato, infatti, una specie di grande ambulatorio dove affluiva di tutto. Tanti ricoveri inappropriati perché evidentemente la pediatria di base non era così incisiva sul territorio e, quindi, demandava molte attività in ospedale. Precisiamo che, se arriva un caso urgente, a Eboli viene comunque trattato, si fa la diagnosi al piccolo, dopodiché, se è un caso che necessita di manovre rianimatorie – mi riferisco al codice verde e al codice rosso – ci sono, in ogni caso, oltre ai medici del pronto soccorso, anche anestesisti, rianimatori e infermieri. Quella del pediatra non rappresenta una figura fondamentale, in questo senso. Anche per questo, la scelta è caduta su Battipaglia, essendo stata individuata come polo di maternità-infantile di riferimento.
Dinanzi a un tasso di ospedalizzazione così alto, le risorse disponibili sono sufficienti?
– Stiamo cercando di fare in modo che sia così, anche perché l’assistenza deve essere sempre più spostata sul territorio. L’ospedale deve costituire il punto dove si garantiscono prestazioni o altamente specialistiche o di emergenza-urgenza. Ormai, si stanno determinando percorsi assistenziali, sempre più destinati verso l’assistenza a domicilio. Abbiamo un bel progetto che abbiamo proposto a Salerno e che prevede, invece di avere la classiche tre sedute dialitiche, che il paziente possa dializzarsi durante le ore notturne con una macchinetta e con un piccolo catetere, senza costi aggiuntivi per il sistema sanitario e tutelando la qualità di vita del paziente. Questi gli aspetti che stiamo sviluppando su Battipaglia. Su Eboli, stiamo sviluppando aspetti relativi a un polo chirurgico di eccellenza con primari che sono i migliori sul campo, a livello provinciale e regionale Recentemente abbiamo fatto interventi utilizzando un laser specifico per l’ipertrofia prostatica benigna. Per l’oculistica, invece, abbiamo un primario di prim’ordine.
Per quanto riguarda il reparto di chirurgia, si prevede l’apertura di nuove sale operatorie? Inoltre, si scongiureranno, per il futuro, nuovi episodi di chiusura delle stesse?
– Assolutamente si. Dobbiamo andare verso l’incremento di queste attività. Ho già dato sedute operatorie aggiuntive alle chirurgie e sto monitorando e incrementando il più possibile le attività ambulatoriali che sono il vero serbatoio per le patologie chirurgiche. Abbiamo incrementato anche l’aria funzionale testa-collo, perché intendiamo trattare, a partire dall’anno prossimo, i grandi traumi facciali, avendo competenze specifiche in oculistica relativamente alla chirurgia vitreo-retinica, quindi, non solo le patologie della retina, ma anche i traumi oculari potranno essere gestiti a Eboli. Nel caso di un grave trauma facciale, abbiamo il dottor Josca, chirurgo maxillo-facciale di eccellenza. Quindi, possiamo mettere insieme queste competenze e garantire percorsi assistenziali appropriati su Eboli. Per quanto riguarda il polo cardiologico, allo stato attuale, si presenta come un’attività emodinamica h6, ma la direzione generale ci ha avallato la possibilità di arrivare già a un’h12, per cui potremo gestire il paziente infartuato diventando per questi sempre più un punto di riferimento, evitando di doverlo trasferire al “Ruggi” di Salerno o all’ “Umberto I” di Nocera.
Quindi, rispetto alla gestione della sala Utic, il rapporto tra tempi di ricovero e posti letto, vedrà un progresso? Al ”Ruggi”, ad esempio, sono disponibili otto posti letto per un’utenza vastissima.
– Questo, infatti, ci consentirà di essere di supporto anche al Ruggi per quanto riguarda le procedure di emodinamica e di essere riferimento sempre più certo nell’area, come polo cardiologico. Anche Vallo della Lucania dovrebbe garantire certe prestazioni, ma noi siamo già pronti a farlo.
I macchinari saranno all’avanguardia e si recluterà personale competente per l’utilizzo degli stessi?
– Ho formato tre tecnici per l’emodinamica, assieme agli emodinamisti in sede e in regime di convenzione che già c’erano. Abbiamo un’ekip medica, una di tecnici perfusionisti già formati, per garantire un servizio h12 da subito.
La sospensione del primario del reparto di anatomia patologica, Verrioli, quali effetti ha sortito sulla gestione del reparto stesso? Come ha funzionato durante la sua assenza?
– Io sono un tecnico sanitario e a me interessa solo che il servizio venga reso e che venga reso con qualità. La responsabilità è stata conferita al dottor Mirabella degli ospedali di Nocera e Scafati. A me interessa che i pazienti abbiano le risposte adeguate e nei tempi giusti. Il reparto continuerà a funzionare bene. Noi garantiamo da Eboli anche le attività dei plessi di Roccadaspide, Oliveto Citra e dei distretti affini, quali Buccino e una parte del Vallo di Diano. Noi dobbiamo assolutamente garantire questa attività. A me interessa questo perché è un reparto che, a prescindere da chi lo diriga, resta e sarà sempre un punto di riferimento dell’area.
Lo sciopero degli infermieri, di cui si è parlato nelle ultime ore, crede possa ledere la situazione della sanità nazionale e, per riflesso, delle diverse realtà locali, tra cui la nostra?
– Già siamo in grossa sofferenza per questo e ci aspettiamo, dall’anno prossimo, di poter acquisire forze fresche. Gli infermieri arrivano anche in età di pensione, quindi, il fulcro del discorso non riguarda la necessità di reclutare 4 o 5 unità, ma nel fatto che funzionino bene e che, quindi, il personale si rinnovi. Giungerà anche personale ausiliario dai plessi di Eboli – 17 unità – e di Battipaglia -17 unità – per dare un supporto ai vari reparti che ne hanno bisogno.