Cronaca Salerno, Salerno

Pagani, appalti comunali e clan: in tre lasciano il carcere

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Tra le accuse della Dda condizionamento elettorale mediante minaccia, frode nelle pubbliche forniture e corruzione, aggravate dall’agevolazione mafiosa.

Appalti comunali e clan: in tre lasciano il carcere

Continuano gli interrogatori dopo il blitz della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e l’esecuzione di otto misure cautelari nei confronti di ex funzionari e dirigenti del comune, coinvolti in appalti pubblici e forniture legate al clan Fezza-De Vivo di Pagani. Ieri si sono presentati ai colloqui i cinque arrestati con gli arresti domiciliari. Dario Ippolito, assistito dall’avvocato Bonaventura Carrara, ha scelto di non rispondere, accusato di favoreggiamento per non aver rivelato al pubblico ministero dell’Antimafia di conoscere Giuseppe e Andrea De Vivo, noti membri del clan. Anche Aniello Giordano, sessantenne ex direttore generale di Aspa-Sam (una società partecipata dal Comune), si è avvalso del diritto al silenzio, in attesa di presentare una memoria difensiva, assistito dall’avvocato Alfonso Mutarelli.

Al contrario, Pietro Buonocore e Giuseppe Serritiello hanno deciso di fornire la loro versione. Buonocore lavora per la società Pedema, mentre Serritiello è un ex funzionario responsabile del settore Avvocatura, ora in pensione. Entrambi sono assistiti dall’avvocato Vincenzo Calabrese. Matteo De Feo, imprenditore difeso dall’avvocato Nobile Viviano, ha anch’egli espresso la sua versione in merito a un’accusa di corruzione, riguardante la concessione di un lotto al cimitero in cambio di lavori da affidare ad altri. Alfonso Marrazzo, Claudio De Cola e Bonaventura Tramontano, invece, hanno lasciato il carcere per trasferirsi agli arresti domiciliari. Marrazzo, ex assessore e titolare della Pedema, già condannato in un precedente processo a quattro anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa, è rappresentato dall’avvocato Massimo Balzano.

Marrazzo torna ai domiciliari, come già stabilito in precedenza dal Tribunale di Nocera Inferiore. Anche Claudio De Cola, ex socio della Pedema , ha ottenuto gli arresti domiciliari, assistito dall’avvocato Federico Conte. Bonaventura Tramontano, ex funzionario ora in pensione e responsabile del settore Cimitero a Pagani, è anch’esso agli arresti domiciliari. Le accuse contestate dalla Dda comprendono condizionamento elettorale tramite minaccia, falso ideologico, turbativa nella libertà degli incanti, frode nelle forniture pubbliche, corruzione e favoreggiamento personale, tutte aggravate dall’agevolazione mafiosa.

Il fulcro dell’inchiesta è rappresentato dagli interessi economici del clan, il quale, tramite Marrazzo, avrebbe tentato di ottenere appalti e servizi dal Comune di Pagani. Nel mirino ci sono la gestione del cimitero, la pulizia delle strade e le sanificazioni, presumibilmente avvalendosi della complicità di funzionari e dirigenti. In tutto, sono 16 gli indagati. Marrazzo avrebbe anche tentato di influenzare le elezioni, imponendo il voto ai tre candidati che non appartenevano alla coalizione vincente.

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