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«Sono razzista, gli immigrati a casa loro»: l'ira di Peppe D'Elia

«Io sono razzista, gli immigrati devono stare a casa loro». Peppe D’Elia, meglio conosciuto come Uomo del Popolo, risponde all’appello del prefetto di Salerno, Salvatore Malfi, dopo lo sbarco di migranti avvenuto ieri mattina nel capoluogo provinciale.


Le parole del prefetto

Il prefetto aveva detto che «in questo momento ci sono 3000 migranti su tutto il territorio provinciale. Il Governo ha preso posizione, siamo abituati ad ubbidire in maniera convinta. Il sistema deve funzionare, per garantire sicurezza ai territori, e noi abbiamo piena fiducia nel Governo.

Salerno è pronta a gestire qualsiasi evenienza. Le posizioni politiche sono legittime ma i problemi li evitiamo solo con una distribuzione omogenea. Se diciamo “a casa mia no”, creiamo problemi alle altre case».


L’attacco di Peppe D’Elia

«Ho attraversato il centro di Battipaglia ed ho visto decine di immigrati, alcuni vestiti meglio di me – ha detto D’Elia – io se voglio comprare alcune cose che hanno loro, i soldi non li ho. Quando uno è razzista viene sempre criticato, ma io posso essere razzista ed avercela contro i neri, il prefetto e le istituzioni?

Battipaglia ed altre zone della provincia di Salerno sono invase da immigrati, che si ostinano a chiamare profughi. Ma in Marocco, in Egitto o in Bangladesh non c’è alcuna guerra. Potrei comprendere i rifugiati, i profughi, ma non tutti gli altri, che rappresentano l’assoluta maggioranza. E allora, perché il prefetto di Salerno, il governo e le istituzioni varie arrecano questi danni agli italiani?

Io sono contro, io sono razzista. Queste persone devono andare a casa loro!».


Chi è Peppe D’Elia, l’Uomo del Popolo?

 

66 anni, politico, imprenditore, gestore di pubblici esercizi, polemista. Giuseppe D’Elia è il Beppe Grillo di Battipaglia. Da anni è conosciuto come l’Uomo del Popolo. Ha conosciuto lo sciopero della fame, quello della sete, ha creato e venduto alcuni dei bar al momento più in voga in città. Ha denunciato in passato imprenditori e politici noti, criticato e polemizzato contro presunte nefandezze in seno alla pubblica amministrazione, contestato concessioni urbanistiche e fondi pubblici inutilizzati, stigmatizzato spese fuori bilancio e stipendi a dipendenti pubblici. Come Grillo è stato denunciato, contestato.

È stato membro del direttivo cittadino dell’Udc fino al 2007, nonché uno dei responsabili dell’assemblea regionale del partito. Nel giugno del 2009 ha tenuto uno sciopero della fame e della sete per protesta dopo che gli era stato negato l’uso del palco per un comizio che avrebbe voluto tenere. Pochi mesi dopo si è incatenato davanti alla porta del Comune di Battipaglia, iniziando uno sciopero della fame perché non aveva ricevuto risposte ad un comizio tenutosi a febbraio.

Nell’occasione aveva denunciato la presenza a Battipaglia di droga, criminalità organizzata, passando per usura. Nel settembre 2010 si rese protagonista dello “sciopero del sangue”, prelevando 100 ml del proprio sangue dinanzi al municipio per denunciare presunte illegalità a Battipaglia ed ottenere un incontro con il procuratore Franco Roberti.

Nel 2012 fu aggredito e pestato sotto casa, finendo in ospedale. Una aggressione che, ancora oggi, non ha mandanti né esecutori.

Nel 2014 minacciò di darsi fuoco negli uffici del Consorzio Asi, a Salerno, per ricevere attenzione su un’autorizzazione in zona industriale di Battipaglia.

Lo scorso anno avrebbe dovuto candidarsi a sindaco di Battipaglia con due liste. Dopo la presentazione ufficiale dei simboli, tuttavia, D’Elia preferì abbandonare la competizione elettorale. Pur restandone attento osservatore.


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http://salerno.occhionotizie.it/notizie-dal-territorio/battipaglia-dopo-cinque-anni-condannato-luomo-del-popolo/


 

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