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Salerno, ecco le dichiarazioni di Nino Savastano circa i fondi per i Piani di Zona

SALERNO. Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni di Nino Savastano, Assessore comunale alle Politiche Sociali, circa i fondi per i Piani di Zona: «Questa mattina (dunque ieri per chi legge ndr), lunedì 12 settembre, presso il Palazzo Armieri di Napoli, abbiamo avuto un ennesimo incontro con i responsabili degli Uffici di Piano degli ambiti Territoriali e con i vertici regionali, al fine di approfondire le indicazioni operative per la presentazione dell’aggiornamento dei Piani di Zona II° annualità del Piano Sociale Regionale.La Regione Campania continua, però, nonostante le preoccupazioni rappresentate da vertici Istituzionali degli Ambiti Territoriali, a raccontare il solito mantra circa i fondi destinati alle politiche sociali. Continuiamo a sentire solo promesse condite da vedremo, faremo, speriamo. Ciò mette in serie pericolo il sistema dei servizi alla persona, messo su con grandi sacrifici dai Comuni.
Ci è stato comunicato che, allo stato attuale, dei fondi regionali non vi è traccia alcuna. Tali risorse arriveranno forse dal trasferimento di somme introitate dalla tassa di circolazione. Per il fondo per le non autosufficienze, si è in attesa di riparto. Il fondo nazionale è stato tagliato del 46% circa, laddove i servizi sono già in essere dal primo gennaio 2014, con impegni assunti con le cooperative sociali. Ciò, ovviamente, mette in seria difficoltà le amministrazioni degli ambiti. Siamo completamente al delirio: ci vengono fornite indicazioni su come programmare una annualità che dal punto di vista finanziario volge al termine. Cose da non credere. Chiediamo con forza ai vertici regionali di assumere atteggiamenti consoni al ruolo che rivestono.
Si possono costruire politiche sociali solo con le promesse? Le famiglie, i minori, gli anziani, i disabili, i senza reddito, quelli che non hanno voce, gli ultimi, attendono azioni concrete, servizi certi. Questo è quello che chiediamo, perché possiamo dare certezza ed opportunità alle persone in difficoltà, ma anche serenità lavorativa agli operatori del mondo della cooperazione sociale, che in modo sinergico collaborano con l’Ambito Territoriale e che da tempo non vengono retribuiti».

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