SALERNO. Una folla commossa ha partecipato ai funerali di Angelo De Angelis: da colleghi e politici il cordoglio alla famiglia del sindacalista morto martedì.
Addio al sindacalista Angelo De Angelis: il saluto commosso della folla al Duomo di Salerno
«Questo è l’abbraccio della città che si stringe a voi. La vostra perdita è la nostra perdita». E’ un passaggio dell’omelia del funerale di Angelo De Angelis, segretario provinciale della Cgil Funzione Pubblica dal 2014. Un fiume di persone, ieri pomeriggio, hanno affollato il Duomo di Salerno per l’ultimo salute al sindacalista, all’uomo che – in passato – ha fatto da mediatore tra la curia e l’allora sindaco di Salerno Vincenzo De Luca in occasione della processione di San Matteo.
E proprio il governatore ha voluto presenziare ai funerali, insieme al sindaco Enzo Napoli, all’amministrazione comunale, al presidente della Provincia Michele Strianese, il primo cittadino di Centola Carmelo Stanziola, l’ex ministro Carmelo Conte, l’onorevole Andrea De Simone e tantissimi rappresentanti del mondo sindacale e non. Un lungo corteo ha “scortato” la bara, sorretta dai portatori che hanno voluto così rendere omaggio a quel “compagno” sempre presente non solo in occasione delle celebrazioni del santo patrono ma anche alla processione della Madonna che viene dal mare, come ha ricordato il sacerdote durante l’omelia.
La Cgil Funzione Pubblica ha accompagnato il corteo funebre, sventolando quella bandiera, con il lutto, in cui tanto credeva Angelo, sempre pronto a battersi per i diritti dei lavoratori. E poi la Salernitana, altra sua grande passione: i tifosi guidati dallo storico capo ultras Raffaele il Vikingo, all’arrivo della bara hanno esposto un lungo striscione: “Le lacrime solcano un orgoglioso sorriso. Angioletto i tuoi fedelissimi ti onorano da qui al Paradiso”. E proprio di fronte a questo striscione è stata fermata la bara di Angelo De Angelis, ricoperta da una bandiera della Cgil Funzione Pubblica e la sciarpa della sua squadra del cuore.
Un lungo applauso ha accolto il sindacalista, scortandolo fino all’ingresso del Duomo mentre qualcuno ripeteva «ha fatto mille battaglie. Ad Angelo si doveva questo ed altro». «Ogni persona presente qui oggi (ieri per chi legge ndr) può raccontare almeno una delle battaglie di Angelo – ha poi aggiunto il parroco – E noi non possiamo far altro che esprimervi la nostra vicinanza e sofferenza». Parole di ammirazione verso un uomo che ha contribuito a fare la storia di Salerno. E lo ha ricordato più volte anche il sacerdote: «Bisognerebbe alzare lo sguardo al cielo e fare come Angelo, orientarlo verso i suoi fratelli. Angelo ha messo la sua vita al servizio degli altri, ha dedicato loro il suo tempo». E poi, rivolgendosi ai familiari ha detto: «Dovete essere orgogliosi di aver avuto un compagno di vita, un padre, un fratello così». E poi rivolgendosi alla moglie ha detto: «Angelo è vivo, è salito sulla scala della fede a guardare ciò che c’è dopo la vita terrena. Questa non è una prova, è la vita. Io ad Angelo lo immagino qui, tra noi, a darvi coraggio; trovava sempre una soluzione, lo faceva con gli altri ma soprattutto con voi familiari. Ci ha donato tanto attraverso i suoi gesti, la sua ricchezza d’animo e noi dobbiamo essere capaci di seguire le sue orme».
Di Angelo De Angelis non si può non ricordare il suo percorso nel “mondo dei portatori”: «Non lo faceva per mostrarsi ma perché ci credeva davvero, era un pellegrino. Il Signore lo abbraccerà e lo ringrazierà per tutto l’amore che ha donato», ha poi ricordato il parroco del Duomo, guidato da don Michele Pecoraro.
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