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Salerno. Indagata la preside del liceo Severi

La preside del liceo Severi di Salerno, Caterina Cimino è indagata in concorso, con il professor Benito Marino, quale docente coordinatore di una terza dello scientifico, e rischia il processo per rifiuto di atto d’ufficio. Il pm Cardea infatti ne ha chiesto il rinvio a giudizio.

Liceo Severi di Salerno: indagata la preside

I due docenti, secondo l’accusa, si sono rifiutati di porre in essere un percorso didattico personalizzato per una studentessa affetta da patologia mentale che richiedeva l’assunzione di psicofarmaci. La ragazza accusava stati d’ansia e crisi di panico ricorrente.

A fronte, infatti, di una condizione psicofisica dell’alunna che imponeva la più tempestiva attivazione di un percorso didattico personalizzato da parte dei responsabili scolastici, non veniva immediatamente convocato il consiglio di classe per le determinazioni del caso, senza, peraltro, fornire adeguata motivazione, anche in epoca successiva.

Eppure – la vicenda risale al 2013 – il prof. Giuseppe Pisapia, vicepreside dell’istituto Severi, aveva rilevato «un andamento barcollante della ragazza», sottolineando che «l’istituto Severi non aveva servizi giusti per questo tipo di problemi», lo stesso dirigente scolastico Caterina Cimino, in una nota del 9 maggio 2014, aveva affermato che «la ragazza ha presentato, dopo i primi giorni di scuola, problemi legati al suo comportamento relazionale e di gruppo».

I genitori della ragazza avevano presentato più certificazioni mediche. L’inerzia della prof.ssa Caterina Cimino e del prof. Benito Marino, protrattasi per circa sei mesi, attesa la gravità dello stato di salute dell’allieva, condizione nota a tutti, immediatamente rilevata da alcuni docenti (anche su sollecitazione dei compagni di classe, addirittura intimoriti dalla eclatanza dei sintomi manifestati dalla compagna) e subito segnalata ai due docenti.

La denuncia avanzata dai genitori dell’allieva non sortiva alcun effetto, posto che, il procedimento scaturitone veniva archiviato dal Gip. I genitori non si rassegnavano e, assistiti dal prof. avv. Giuseppe Della Monica, riuscivano ad ottenere la riapertura delle indagini con conseguente richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero, Maurizio Cardea, con udienza preliminare prevista per il 13 dicembre.

FONTE: Le Cronache

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