SALERNO. Dal primo dicembre – giorno con il quale ha preso via la possibilità di presentare domanda per il reddito di inclusione (Rei) – è trascorsa una settimana ma il subbuglio per presentare la domanda sembra essere arrivato al limite, infatti, è partita la confusione e la corsa ai Caf (Centri Assistenza Fiscale) come del resto era prevedibile; questo perché?
I tempi a disposizione sono strettissimi, poiché il primo gennaio 2018 il Rei entrerà ufficialmente in vigore.
Come riporta la circolare dell’Inps numero 172 – emanata il 22 novembre scorso – i moduli per avere accesso al Rei vanno compilati e consegnati presso appositi sportelli comunali.
Proprio da questo, l’ente che si deve far carico della prima possibile fase di raccolta dati, e assistenza è il Comune di residenza.
Secondo un quadro generale a fare richiesta al Rei sono disoccupati, con figli minorenni, giovani vedove con bambini a carico e ultra 55enni licenziati o disoccupati con famiglia.
Come riporta il quotidiano “La Città di Salerno” «sono decine i cittadini che ogni giorno si stanno riversando qui nei nostri uffici, spesso indirizzati a noi proprio da quei sportelli comunali che invece, dovrebbero svolgere questo tipo di mansioni» spiega Giuseppe Paparo, direttore del Patronato Acli di Salerno, mentre, la frase introduttiva della nota rilasciata dalla Confederazione sindacale della Cgil – rilasciata a tutta la rete territoriale di Caf e Patronati Inca – sottolinea che:
«La partenza del Rei sta mettendo a dura prova la tenuta di una rete sociale che ha nei comuni il proprio impianto fondamentale», sarà una preoccupante conferma di qualcosa che sarebbe andato di traverso? È
ancora troppo presto per rispondere alla domanda con certezza».