C’è una doppia indagine sulla vicenda del neonato morto al momento del parto all’ospedale Ruggi di Salerno. Si procederà sia sul fronte giudiziario che su quello interno al fine di capire cosa sia successo nelle ore che dovevano accompagnare il parto di una 35enne dei Picentini arrivata alla 41esima settimana di gravidanza come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Salerno, neonato morto al Ruggi: doppia indagine in corso
La donna è stata sottoposta a una induzione del travaglio, che però avrebbe ridotto notevolmente il liquido amniotico, portando così al decesso del piccolo. Intanto sarebbe stato effettuato anche l’esame autoptico sul corpicino del bambino. La donna si trovava ricoverata nel reparto di ginecologia di via San Leonardo ed era in attesa di dare alla luce il suo primo bambino, dopo alcuni tentativi non andati bene.
Stando a quanto è emerso finora, alla 35enne sarebbe stato effettuato un parto indotto, ovvero la stimolazione delle contrazioni uterine prima del travaglio spontaneo in modo da consentire il parto vaginale. Gli inquirenti proveranno a capire perché la stessa non sia stata sottoposta a taglio cesareo. Inoltre, il piccolo sarebbe risultato in perfetto stato di salute nei controlli precedenti. In seguito alla tragedia, alla donna è stato necessario praticare il taglio cesareo per far nascere il feto.