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Salerno, oltre 100mila disoccupati non cercano lavoro

Salerno è un sistema urbano locale non specializzato. Questa è la classificazione assegnata attualmente dall’Istat al nostro Sistema locale del lavoro. A riportale lo studio, è LaCittà. Si tratta di un nuovo metodo con il quale l’istituto di ricerca statistica suddivide tutta l’Italia in “griglie territoriali”, indipendentemente dalla reale articolazione amministrativa e dalle aree suburbane ed extraurbane come siamo abituati a conoscerle.

Questi sistemi locali sono stati infatti ricavati utilizzando i dati disponibili sui flussi giornalieri di pendolarismo per motivi di lavoro, rilevati in occasione del 15esimo censimento generale della popolazione e delle abitazioni, e costantemente aggiornati dal 2011 ad oggi, grazie ai nuovi strumenti dei “censimenti permamenti”.

Il sistema di Salerno

 

Il sistema di Salerno tiene conto di 17 comuni, da Baronissi a Castiglione del Genovesi, da Cava de’ Tirreni a San Mango Piemonte, passando per Giffoni Sei Casali e Valle Piana, Pontecagnano e Montecorvino Pugliano. Un distretto di 457,8 chilometri quadrati e di 329.991 abitanti, in cui ogni giorno oltre 107mila persone si muovono all’interno dei suoi confini per lavorare. Industria assente e disoccupazione alta.

Apparentemente sono grandi numeri quelli che caratterizzano il sistema locale di lavoro salernitano, numeri che però vengono classificati dall’Istat con il parametro “B ”, cioè tra i sistemi non manifatturieri. I 17 comuni salernitani, capoluogo incluso, non hanno le carte in regola per rientrare nelle caratteristiche di un sistema industriale anche di bassa fascia o non specializzato (Bb, Ca o D).

Troppe poche le realtà industriali, e quelle poche attive non sembrano presentare alcuna forma di specializzazione. Un sistema locale di lavoro che, con i suoi 457 chilometri quadrati di estensione e 17 comuni, supera quelli di Vicenza, Rovigo e Rimini, spostando una massa di lavoratori che tiene testa ai gradi distretti industriali, pur non avendo neppure l’ombra delle attività manifatturiere presenti negli altri Sistemi locali. Anche spostando i confronti a territori molto più vicini per cultura, geografia ma soprattutto situazione economica-reddituale prò capite, il sistema di Salerno è penultimo tra tutti quelli della sua provincia, primeggiando per il più alto tasso di disoccupazione al 18,6%, superato solo dal distretto di Capaccio. Disoccupati e inattivi superano gli occupati.

I disoccupati

I disoccupati nel sistema locale di lavoro salernitano raggiungono la cifra record della provincia di 24.500 persone. A questi si aggiungono i 156.700 inattivi, un enorme numero di cittadini che rientrano in quella categoria di soggetti non occupati e che non sono in cerca di lavoro.

Questo numero, che sembra a prima vista impressionante, offre però una variegata chiave di lettura. Sottraendo a questo 41mila pensionati e 15mila studenti, restano oltre 100mila persone che hanno deciso di non cercare lavoro. È ancora vero che tra questi ci sono anche le casalinghe, e in questo le cifre Istat non ci aiutano, non scendendo così tanto in profondità. Ma è pur vero che è difficile pensare che questa cifra raccolga solo un esercito di donne che hanno deciso di dedicarsi pienamente ai lavori domestici. Certo è che il 30,14% dell’intera popolazione del distretto economico salernitano non cerca lavoro, ed è forse necessario chiedersi quanti di questi non lo facciano avendo ormai perso la speranza di trovarlo.

Sistema produttivo senza specialità

Andando più a fondo nella nuova classificazione Istat dei sistemi produttivi, quello di Salerno non vede migliorare la sua posizione. Il nostro Sistema locale, infatti, viene classificato come sistema Ba4. Questi tre valori significano per noi che siamo un sistema economico locale urbano non manifatturiero e senza alcuna specializzazione. Nessuno dei 17 comuni, capoluogo incluso, infatti soddisfa i parametri di sistema locale di prodotti made in Italy, di sistema a vocazione agricola, o di sistema locale turistico. Evidentemente luci di artista e centinaia di nuovi B&b nel capoluogo, la presenza di Cetara e Vietri Sul Mare, non bastano per rientrare nel parametro turistico B bl, nel quale invece sono rientrati il vicino distretto di Amalfi, ma anche quelli di Ascea e Camerata. Quest’ultimo con soli quattro comuni e un totale di 15.200 abitanti. Nessun parametro assegnato nemmeno per la produzione agro-alimentare.

Cosa offre quindi il nostro territorio?

Cosa offre quindi il nostro territorio? Certamente lavoro a 107mila persone. Ma quello che forse sarebbe più corretto chiedersi è: cosa offre di particolare il nostro territorio? La risposta dell’Istat per ora resta la stessa dal 2007: nessuna attività produttiva manifatturiera e nessuna attività specializzata, nemmeno nel settore terziario.

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