Oggi, 2 febbraio, viene celebrata la Presentazione al Tempio di Gesù o festa di Candelora. Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.
La Presentazione al Tempio di Gesù o festa di Candelora
Fino alla riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II, e tuttora nella forma straordinaria del rito romano, la festa di Candelora è chiamata Purificazione della Beata Vergine Maria.
La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione.
Secondo la legge di Mosè, ogni primogenito maschio del popolo ebraico era considerato offerto al Signore, ed era necessario che dopo la sua nascita i genitori lo riscattassero con l’offerta di un sacrificio.
Inoltre, secondo la stessa legge di Mosè, una donna era considerata impura del sangue mestruale, indipendentemente dal fatto che il nuovo nato fosse il primogenito o no: l’impurità durava 40 giorni se il figlio era maschio e 66 giorni se era una femmina.
Per la combinazione dei due passi scritturistici, ai tempi di Gesù era previsto che 40 giorni dopo la nascita avvenissero simultaneamente l’offerta del primogenito e la purificazione della madre, come in effetti Maria e Giuseppe fecero, secondo quanto narra il vangelo secondo Luca. Da qui la festa del 2 febbraio, che cade 40 giorni dopo il 25 dicembre, giorno in cui si celebra la nascita di Gesù.
Istituzione della festa
Anticamente questa festa veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania), e la prima testimonianza al riguardo ci è data da Egeria nella sua Peregrinatio.
La denominazione di “Candelora”, data popolarmente alla festa, deriva dalla somiglianza del rito del lucernario, di cui parla Egeria, con le antiche fiaccolate rituali che già si facevano nei Lupercali, antichissima festività romana che si celebrava proprio a metà febbraio.
La somiglianza tra questa festività pagana e quella cristiana non è solo nell’uso delle candele, ma soprattutto nell’idea della purificazione: nell’una relativa all’usanza ebraica (Lv 12,2-4) nell’altra riguardo alla februatio:
Gli antenati romani dissero Februe le espiazioni: e ancora molti indizi confermano tal senso della parola. I pontefici chiedono al re e al flamine le lane che nella lingua degli antichi erano dette februe. Gli ingredienti purificatori, il farro tostato e i granelli di sale, che il littore prende nelle case prestabilite, si dicono anch’essi februe. […] Da ciò il nome del mese, perché i Luperci con strisce di cuoio percorrono tutta la città, e ciò considerano rito di purificazione.
(Ovidio, I Fasti 2, 19-24, 31-32ss.)
Durante il suo episcopato, Papa Gelasio I (492-496) ottenne dal Senato l’abolizione dei pagani Lupercali, che furono sostituiti dalla festa cristiana della Candelora. Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.
In Oriente si dà molto risalto all’incontro tra Gesù e il vecchio Simeone, e la festa ha infatti il nome di Hypapante (cioè “incontro”).
In Occidente, invece, con il tempo la festa ha assunto carattere mariano, facendo prevalere l’aspetto della purificazione della madre su quello del riscatto del primogenito: per questo, prima della riforma liturgica avviata dal Concilio Vaticano II (e quindi ancora oggi per la forma straordinaria del rito romano), la festa era chiamata “Purificazione di Maria”.
La riforma liturgica ha voluto, invece, dare centralità a Cristo come primogenito del Padre e del nuovo Israele, rendendo così questa festa non più mariana, ma cristologica.
Il giorno successivo, il 3 febbraio, si celebra la memoria di San Biagio di Sebaste, nella quale è tradizione, in alcuni luoghi, compiere una benedizione della gola con le candele benedette il giorno precedente, poiché, tra i miracoli che sono stati attribuiti a questo santo, figura anche il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce; per questo motivo, nell’iconografia san Biagio viene spesso rappresentato con candele.
La madonna della Candelaria
Secoli più tardi, fra il 1392 e il 1400, due pastori guanci, allora ancora pagani, dell’isola di Tenerife (Isole Canarie) trovarono una statua lignea della madonna sulla spiaggia di Chimisay.
L’immagine si impose alla loro attenzione con potenti miracoli e i guanci le diedero il nome di Chaxiraxi, che vuol dire Signora del Mondo. Prima della conquista spagnola di Tenerife, gli aborigeni guanci celebravano una festa intorno alla statua della Vergine durante il festival dei Beñesmen nel mese di agosto. Questa era la festa del raccolto, che segnava l’inizio dell’anno.
Dopo la conquista spagnola, completata nel 1496, la festa cominciò ad essere celebrata con un carattere mariano. Nel 1497 il conquistador Alonso Fernández de Lugo fece celebrare la prima festa della Candelora, dedicata in particolare alla Vergine Maria, in coincidenza con la festa della Purificazione, il 2 febbraio.
Oggi, la festa della Vergine della Candelaria si celebra nelle isole Canarie sia il 2 febbraio che il 15 agosto, giorno della Assunzione della Vergine Maria nel calendario cattolico. Per alcuni storici, le celebrazioni celebrate in onore della Vergine durante il mese di agosto sono una reminiscenza sincretistica delle vecchie feste dei Beñesmen.
Celebrazioni precristiane a cui la Candelora somiglia
Celebrazioni legate alla luce in questo periodo dell’anno esistevano anche in alcune tradizioni religiose precristiane. Alcuni studiosi ipotizzano che la Candelora cristiana possa essere stata introdotta in sostituzione di una festività preesistente, anche vista la coincidenza del periodo dell’anno con il periodo di 40 giorni dopo la nascita di Gesù.
La festa di Imbolc, nella tradizione celtica, segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera, ovvero tra il momento di massimo buio e freddo e quello di risveglio della luce.
Nel mondo romano la Dea Februa (Giunone) veniva celebrata alle calende di febbraio (nel calendario romano i mesi seguivano il ciclo della luna. Il primo giorno di ogni mese corrispondeva al novilunio (luna nuova) ed era chiamato “calende”, da cui deriva il nome “calendario”).