Cronaca Salerno, Salerno

Sarno, violenza sessuale su una 21enne: condanna bis

Palazzo di giustizia
immagine di repertorio
Palazzo di giustizia

Un ragazzo di Sarno è stato nuovamente condannato in appello per violenza sessuale ai danni di una ragazza, all’epoca dei fatti 21enne. La Corte d’Appello di Salerno ha rideterminato la pena a 7 anni e 7 mesi di reclusione, accogliendo parzialmente la richiesta dell’accusa. L’accusa di sequestro di persona è stata assorbita dalla violenza sessuale.

Il fatto risale alla notte tra il 12 e il 13 novembre 2023, tra Sarno e San Valentino Torio, quando il giovane, mentre offriva un passaggio alla ragazza, la condusse in una strada di campagna, impedendole di fuggire e abusando di lei come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Sarno, condanna bis per un ragazzo accusato di violenza sessuale

Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Sarno, portarono all’arresto del 30enne subito dopo l’incidente. La vittima era assistita dagli avvocati Giuseppe e Aniello Mancuso, mentre l’imputato era difeso dai legali Walter Casciello e Fausto Diaz. Stando alle indagini, i due avevano trascorso una serata insieme, in compagnia di amici. La svolta arrivò grazie all’intervento di un’amica della vittima, che ricevette messaggi dalla ragazza e ascoltò, tramite una chiamata involontaria, il ragazzo che tentava un approccio sessuale non voluto. La vittima, infatti, si era più volte sottratta agli approcci del 30enne, come poi dichiarato durante il processo.

Quando i carabinieri giunsero sul posto, la giovane uscì dall’auto, accusando l’uomo di averla violentata. Il suo telefono fu recuperato in strada, dove il ragazzo lo aveva lanciato dopo averlo preso dal finestrino, non prima di bloccare la portiera. Durante le indagini emerse che il giovane era infastidito dalle continue chiamate della madre e dell’amica della ragazza. Inoltre, un certificato medico confermò che la vittima si era recata in ospedale prima a Nocera Inferiore e poi a Salerno per le necessarie visite.

Il processo

Durante il processo, il 30enne aveva negato le accuse, sostenendo che fosse stata la ragazza a prendere l’iniziativa e negando di averla sequestrata o di aver gettato il telefono. Tuttavia, i giudici non hanno ritenuto credibile la sua versione, considerando invece attendibile la testimonianza della vittima e i riscontri a supporto della sua versione dei fatti. Le indagini preliminari avevano anche rivelato scambi di messaggi tra la vittima e l’amica, la quale era a conoscenza di un precedente episodio simile che coinvolgeva lo stesso imputato. Secondo la sentenza di primo grado, l’imputato aveva condotto la giovane in una zona isolata, impedendole di uscire e abusando di lei.

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