Cronaca Salerno, Salerno

Sciopero dei dipendenti al Comune di Capaccio, Uil: «Politici non strumentalizzino la situazione»

CAPACCIO. Un appello ai candidati sindaco per il bene dei dipendenti comunali e dei cittadini di Capaccio Paestum. A chiederlo sono i sindacalisti di Uil Fpl, Carlo Astone e Donato Salvato, Cgil Fp, Pietro Antonacchio, e Cisl Fp, Angelo De Angelis e Alfonso Rianna, che venerdì hanno preso parte alla mobilitazione dei lavoratori del Comune pestano. «Ci teniamo a sottolineare prioritariamente, che la manifestazione di oggi non e’ una manifestazione politica, non è una manifestazione contro il sindaco e l’amministrazione, anche se capita nel pieno di una campagna elettorale», ha detto Carlo Astone della Uil Fpl provinciale.
«I dipendenti del Comune di Capaccio hanno scritto una pagina bellissima del movimento sindacale. Hanno alzato la testa in modo fiero ed hanno aderito allo sciopero nella quasi totalità. Chiedono attenzione alle proprie problematiche, per poter meglio erogare i servizi. Chiedono che l’Amministrazione copra i posti vacanti  creando occupazione, e che allo stesso modo venga data una possibilità di impiego alle giovani generazioni.  La scelta della data, purtroppo, è stata la conseguenza di una serie di vicissitudini culminate con il mancato tentativo di conciliazione davanti al prefetto di Salerno, Salvatore Malfi. Abbiamo scioperato dalle 12 alle 14 per garantire i servizi ai cittadini e l’apertura al pubblico ed arrecare i minori danni possibili. Noi abbiamo a cuore la comunità capaccese, più di chi oggi ha scelto di non partecipare allo sciopero e scontentare qualcuno».
Sindacati e lavoratori si sono mobilitati per vedere riconosciuto un accordo sottoscritto 6 mesi fa. “Vogliamo far sentire le nostre ragioni per dire ai candidati sindaci e alla comunità di Capaccio Paestum che non tutti i dipendenti sono uguali, sono pochi quelli che hanno il doppio e triplo incarico e guarda caso quelli non hanno preso parte all’assemblea di venerdì guadagnano circa 60mila euro all’anno. Non hanno bisogno di 50 euro lordi al mese, o meglio che altro non li possono avere più perché  hanno raggiunto il massimo della carriera amministrativa nel Comune. C’erano invece coloro che massimo percepiscono 30mila euro lordi all’anno, quelli che non hanno doppi  incarichi, che hanno mogli o mariti e figli disoccupati o in qualche caso al limite lavorano come precari”.
Una manifestazione con cui Cgil, Cisl e Uil hanno dato voce a dipendenti definiti invisibili.
«Lo sono non perché’ non lavorano, ma perché non vengono ascoltati e alcuni di loro, dopo 5 anni di amministrazione, non sono conosciuti nemmeno dai sindaci. Sono le vittime della riforma brunetta, quelli che in 5 anni hanno perso circa 4mila euro di reddito», ha continuato Astone.
I sindacati venerdì hanno apprezzato la partecipazione della maggioranza dei dipendenti in servizio, considerata anche la necessità di garantire alcuni servizi essenziali, i vari impegni dei dipendenti in Prefettura e in Tribunale.
«Come Cgil, Cisl e Uil ringraziamo particolarmente anche il sindacato Csa, per la presenza dei propri iscritti a testimoniare che le prerogative della manifestazione erano ampiamente condivise dai lavoratori”. Infine, l’appello alla politica. “Invitiamo i candidati sindaci e aspiranti consiglieri a non strumentalizzare lo sciopero che nulla ha a che fare con le prossime elezioni. Aspettiamo il prossimo sindaco, chiunque esso sia, e la nuova Amministrazione per iniziare un dialogo proficuo e collaborativo per il bene dei dipendenti e dei cittadini di Capaccio Paestum».
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